Il 16 ottobre si celebra la Giornata internazionale della rianimazione cardiopolmonare – Word Restart a Heart Day, promossa dall’International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), consenso mondiale sul trattamento dell’arresto cardiaco. Italian Resuscitation Council (IRC), società scientifica senza scopo di lucro riconosciuta dal Mministero della Salute, che riunisce medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare, promuove iniziative, attività e dimostrazioni di primo soccorso in tutta Italia per sensibilizzare la popolazione sul tema.
Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, progetto sull’informazione consapevole nato nel 2023 dalla collaborazione tra Credem e Almed (Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), solamente il 16% degli italiani, in caso di arresto cardiaco, interverrebbe con le corrette procedure di primo soccorso come il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore automatico esterno (DAE).
Il 29% della popolazione si limiterebbe a chiamare i soccorsi, il 21% offrirebbe supporto, ma senza agire direttamente, il 32% agirebbe solo se guidato dalle indicazioni di un operatore al telefono e il 2% non interverrebbe in alcun modo. Tra i fattori di maggiore resistenza, ci sarebbero la paura di peggiorare la situazione (56%) e la scarsa conoscenza delle manovre di emergenza (42%).
Sebbene il 63% degli italiani si dichiari abbastanza (57%) o molto (6%) informato sull’arresto cardiaco, solo il 24% saprebbe definirlo esattamente e appena l’11% distinguerebbe correttamente un arresto cardiaco da un infarto. La partecipazione a corsi di primo soccorso è ancora bassa: il 74% del campione non ne ha mai frequentato uno e il 12% non ricorderebbe le indicazioni ricevute nei corsi che ha seguito. Il restante 14% ha svolto una formazione specifica sul tema e ne ricorda bene i contenuti. Il 20% del campione conosce i defibrillatori automatici esterni (DAE) e sa come funzionano, mentre circa il 70% li ha solo sentiti nominare, e il 5% non sa cosa sono. L’84% di chi non ha mai seguito un corso sarebbe interessato a partecipare a una formazione, anche breve, della durata di 4-5 ore.
Indagine CAWI (Computer Aided Web Interview) svolta da Osservatorio Opinion Leader 4 Future (Credem – Università Cattolica) per Italian Resuscitation Council tra l’1 e il 7 ottobre, su un campione di 800 soggetti rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne per genere, età e zona di residenza.

Andrea Scapigliati, presidente di Italian Resuscitation Council (IRC), docente di anestesia e rianimazione dell’Università Cattolica e responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Terapia Intensiva cardiochirurgica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, osserva: “Questi dati evidenziano l’urgenza di promuovere una maggiore consapevolezza tra i cittadini e di dare piena attuazione alla legge italiana 116/2021, che introduce interventi mirati per intervenire in modo più efficace in caso di arresto cardiaco, come la formazione obbligatoria a scuola sul primo soccorso, e per aumentare le probabilità di sopravvivenza”.
E ancora: “Le tecniche di primo soccorso dovrebbero essere insegnate fin dalla scuola, trasmesse ai giovani e agli operatori delle strutture sportive, integrate nei percorsi per il conseguimento della patente di guida e diffuse il più possibile nella popolazione. In questa direzione si inserisce l’accordo recentemente siglato da IRC con l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica (UNASCA), volto a promuovere l’inserimento della formazione sul primo soccorso nei corsi per futuri automobilisti. Un altro strumento previsto dalla legge, ma ancora adottato solo in alcune regioni, è l’app nazionale per smartphone che consente di localizzare i defibrillatori automatici esterni (DAE) presenti sul territorio, facilitando un intervento tempestivo”.
Sempre Scapigliati: “Misure come queste possono fare la differenza: ogni anno in Europa si verificano circa 400.000 arresti cardiaci extraospedalieri, di cui 60.000 in Italia, e la sopravvivenza media si ferma a livello europeo al 7,5%. Dove la formazione è più diffusa, le probabilità di sopravvivere possono triplicare. È quindi essenziale coinvolgere e formare il maggior numero possibile di persone”.
Per sensibilizzare su questi temi, IRC promuove tra il 13 e il 19 ottobre “VIVA! La settimana della rianimazione cardiopolmonare” con decine di eventi gratuiti e aperti al pubblico in più di 20 città in tutta Italia – tra cui Roma, Bologna, Torino, Napoli, Cagliari, Catania, Modena, Chiavari, Novara, Gela e Nuoro. Tra le attività in programma anche una maxi-formazione sull’Isola della Maddalena (Sardegna) che coinvolgerà oltre 300 partecipanti.
Giunta alla tredicesima edizione, l’iniziativa ha il patrocinio di Senato della Repubblica, Camera dei deputati, Ministero per lo Sport e i Giovani, Ministero dell’Istruzione e del Merito e Sport & Salute. La settimana culminerà domani nella Giornata internazionale della rianimazione cardiopolmonare – World Restart A Heart Day, promossa dall’International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), consenso mondiale sul trattamento dell’arresto cardiaco e da European Resuscitation Council (ERC), la società europea di cui IRC è parte.
Per ulteriori dettagli su VIVA!: https://www.settimanaviva.it
Per scaricare il materiale informativo di VIVA!: https://www.settimanaviva.it/downloads
Redazione Nurse Times
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