“Nel 2025 il Fondo sanitario nazionale ha raggiunto quota 136,5 miliardi di euro, segnando un incremento di oltre 10 miliardi rispetto al 2022. Con la prossima finanziaria sono certo che ci saranno ulteriori risorse per il 2026, che si aggiungono ai 4 miliardi già previsti nella scorsa Legge di Bilancio: risorse che saranno destinate a risolvere le principali criticità e a ridurre la carenza del personale sanitario. Disporre di capitale umano adeguato significa anche poter ridurre i tempi di attesa di visite ed esami diagnostici, significa avere pronto soccorso non in affanno”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento al Meeting di Rimini, in vista della prossima Legge di Bilancio.
“Bisogna pagare meglio gli operatori sanitari – ha ribadito Schillaci -. Siamo impegnati a rendere attrattivo il servizio sanitario pubblico, a cominciare dalle branche che oggi non vengono scelte dai giovani perché economicamente poco gratificanti, perché è difficile una progressione di carriera o ancora per le aggressioni frequenti. Mi riferisco all’emergenza-urgenza, ma anche a discipline come l’anatomia patologica e la radioterapia”.
E ancora: “Noi siamo già in parte intervenuti con indennità e detassazioni per chi lavora nei servizi di emergenza-urgenza e con un giro di vite per fermare la violenza nelle strutture sanitarie. Nella legge delega di riforma delle professioni sanitarie abbiamo previsto la stabilizzazione della norma sullo scudo penale, che prevede che la punibilità in ambito sanitario sia limitato ai casi di colpa grave: una norma attesa da anni dai medici, che permetterebbe di evitare esami e prestazioni non necessarie e che non deve spaventare i cittadini, i quali avrebbero comunque diritto ai risarcimenti in sede civile, quando giusto. Oltre a questo, la riforma punta a costruire un sistema sanitario moderno più rispondente ai nuovi bisogni di salute della popolazione, più attivo”.
Schillaci ha affrontato anche il tema della sanità territoriale: “In questo ambito c’è il rischio che aumenti il gap tra i servizi sanitari regionali. Chi ci ha preceduto si è preoccupato soltanto di creare le infrastrutture, che tuttavia, senza personale sanitario, in particolare senza la disponibilità dei medici di famiglia, rischiano di non essere funzionali al miglioramento dell’assistenza. Oggi posso affermare che c’è la disponibilità dei medici di medicina generale a lavorare 12 ore al giorno insieme agli specialisti e agli altri operatori sanitari per consentire alle nuove strutture di essere aperte sette giorni su sette. Con l’aumento degli anziani affetti da politicità l’immagine del medico di famiglia che lavora in solitaria è veramente anacronistica e poco rispondente alle esigenze di una sanità profondamente cambiata”.
Schillaci ha parlato anche delle liste d’attesa: “Abbiamo approvato in tempi rapidi una legge che contiene misure mirate ed efficaci per affrontare in modo organico un problema che si trascina da decenni, senza che sia stata mai trovata una valida soluzione. Ora si possono finalmente vedere segnali di miglioramento: da gennaio a giugno di quest’anno 997 strutture sanitarie hanno mostrato un miglioramento medio del +21,3% nelle prestazioni prioritarie”.
Sempre Schillaci: “Questa piattaforma, già operativa, rappresenta un punto di partenza fondamentale per capire quali sono le prestazioni che hanno criticità e capire come intervenire per dare soluzioni reali. Alcuni risultati già ci sono, se si considera ad esempio che dal primo al secondo trimestre del 2025 si registra complessivamente un aumento dei volumi di prestazioni per la mammografia, pari al 40%. In sintesi, dove le Regioni hanno iniziato ad applicare la legge, prevedendo visite nel weekend nelle ore serali o unificando le agende di prenotazione con l’inserimento delle strutture private accreditate, la legge sta dimostrando tutta la sua efficacia”.
Schillaci ha inoltre chiarito: “L’obiettivo di questo Governo è una sanità pubblica che garantisca a tutti le stesse cure, con particolare attenzione ai più fragili. Sappiamo tutti che il Servizio sanitario nazionale viaggia a più velocità, purtroppo ancora con disparità tra alcune Regioni che funzionano meglio e altre che devono migliorare, ma ciò non toglie che resta un unicum nel panorama mondiale. Non solo per il suo carattere universalistico, ma anche per la qualità delle cure erogate”
E infine: “Ritengo che le norme e le misure approvate da questo Governo siano proprio destinate a colmare le lacune esistenti, dando grande impulso alla sanità pubblica. Dopo sette anni, infatti, abbiamo approvato il Decreto Tariffe, grazie al quale i nuovi livelli essenziali di assistenza sono finalmente garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale. Il ministero ha emanato leggi per migliorare l’erogazione delle cure su tutto il territorio nazionale, perché non vogliamo più sistemi sanitari regionali di serie A e di serie B. Il nocciolo della questione è che i provvedimenti vanno applicati e che le risorse stanziate per la sanità vanno spese bene, e non utilizzate ad esempio per problemi di bilancio. Lo dico perché non è sempre e solo un problema di risorse economiche”.
Redazione Nurse Times
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