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Fabbisogni professioni sanitarie 2025, Coina: “Tagliare la formazione degli infermieri significa sabotare il futuro della sanità italiana”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Coina.

“Non siamo davanti a una semplice svista tecnica, non ci crediamo affatto, ma a una scelta estremamente grave, che mina nel profondo il cuore stesso di un sistema sanitario nazionale che rappresenta già un malato cronico abbandonato a se stesso”. Con queste parole, Marco Ceccarelli, segretario nazionale del sindacato Coina, commenta con preoccupazione la bozza di fabbisogno formativo 2025-2026 elaborata dal ministero della Salute e presentata alle Regioni, che prevede addirittura 543 posti in meno nei corsi universitari per infermieri di base rispetto allo scorso anno (da 26.832 a 26.289).

“Ci chiediamo seriamente – prosegue il segretario Coina – a che gioco stia giocando la politica di casa nostra con la salute dei cittadini. Mentre i pronto soccorso esplodono e gli ospedali si svuotano di personale, anziché investire nella formazione degli infermieri di primo livello, si riducono i posti disponibili. È un segnale pericolosissimo, che contraddice ogni impegno pubblico sul rafforzamento del Ssn”.

Secondo il Coina, l’Italia soffre già di una carenza strutturale di oltre 150mila infermieri rispetto agli standard europei, una soglia ben lontana dalle irrisorie cifre denunciate dalla nostra Federazione (da quanto tempo leggiamo che mancano 65mila infermieri, forse da prima del Covid?). In questo contesto un taglio anche solo “numericamente contenuto” diventa devastante: “È un colpo sotto traccia alla possibilità stessa di garantire cure tempestive e continuità assistenziale – osserva il segretario Coina -. Il personale esistente è allo stremo e l’età media dei professionisti si alza di anno in anno. Dove saremo tra cinque, dieci anni, senza un ricambio generazionale vero?”.

Il Coina lancia un appello diretto alle Regioni, che ora sono chiamate a esprimersi sull’accordo: “Le Regioni non possono restare a guardare. Chiediamo con urgenza una correzione immediata di questa bozza. E sarebbe gravissimo, oltre che grottesco, se proprio dalle Regioni fosse partita l’indicazione di ridurre i numeri formativi. In tal caso il danno sarebbe doppio: politico e strategico. Un harakiri imperdonabile”.

Conclusione amara ma netta del Coina: “Tagliare oggi significa abbandonare il futuro. Se non si investe ora negli infermieri di base, l’intero impianto dell’assistenza sanitaria crollerà sotto il suo stesso peso. Non vorremmo mai che accadesse che – alla luce dell’imminente inserimento dell’assistente infermiere nel nostro Ssn, rispetto al quale non abbiamo mai smesso e non smetteremo mai di batterci per denunciare i rischi di tale provvedimento – Governo e Regioni non stessero già immaginando, in una sorta di gioco pericoloso e perverso, che gli infermieri di base in un prossimo futuro non serviranno più alla causa, ed per questo che è stato deciso di diminuire i posti a loro riservati, proprio perché ci sarà chi li sostituirà”.

Redazione Nurse Times

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