Secondo i dati di Cisl, a Modena (tra Ausl e Azienda ospedaliero universitaria) ci sarà un taglio di 294 posti letto in sanità, a cui si aggiungono i 151 di Reggio Emilia. Un dato tutt’altro che confortante in vista dell’imminente stagione estiva.
“La sanità pubblica è come un’auto costretta a viaggiare con un motore costantemente fuori giri per riuscire a stare in strada e portare faticosamente l’equipaggio alla meta – spiega la Cisl –. L’equipaggio è l’intera cittadinanza che ha bisogno come l’aria di sapere ben protetta la salute pubblica, per la quale si pagano profumatamente le tasse. Il motore sono i lavoratori – medici, infermieri, oss, tecnici di laboratorio – costretti a turni estenuanti, intrappolati nel girone delle prestazioni aggiuntive, un termine super tecnico che è bene spiegare ai cittadini: sono altre ore di lavoro che si sommano al normale turno e agli straordinari”.
Uno dei problemi principali sono gli infermieri: “Ingranaggio fondamentale per il motore della sanità pubblica. In totale a Modena in Ausl e nell’Azienda ospedaliero universitaria (Policlinico e Baggiovara) e a Reggio in Ausl mancano la bellezza di 1.260,32 infermieri”. Considerando che per gestire un classico reparto ospedaliero da 20 posti letto servono 12 infermieri, “è come se, a causa del sotto organico, fossero stati tolti 105 reparti tra Modena e Reggio o, se preferite, 2.100 posti letto”.
“Questo è il prodotto del blocco delle assunzioni stabilito in Regione, che è stato per anni un dogma – afferma Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale –. Un danno cui andrebbe posto rimedio con adeguati progetti assunzionali a medio-lungo termine che solo la Regione può mettere in cantiere e che solo le aziende territoriali hanno la forza di sostenere, portando la loro esperienza gestionale. Tra un appello e l’altro per la difesa della sanità, è da qui, dalla pesantezza di questo numero, che bisogna ripartire”.
E ancora: “Per programmare, investire, per invertire una tendenza che senza correttivi sarà sempre più ingestibile. Da un lato i professionisti non ce la fanno più e lasciano la sanità pubblica. Si aprono nuovi servizi e contenitori, ma sono sempre gli stessi infermieri ad essere movimentati da un posto all’altro. Dall’altro lato, la pressione della Comunità che chiede di essere curata adeguatamente è fortissima e aumenterà sempre più. Basta guardare i grafici con i dati sull’invecchiamento della popolazione. La risposta non può essere il galleggiamento”.
Prosege la Cisl: “Vediamo se così il concetto è più chiaro: alla fine del 2024 gli infermieri dell’Ausl di Modena avevano una media (attenzione: una media) di 59,31 giorni di ferie residue. Arrotondiamo: due mesi di ferie da smaltire accumulate in due anni. Ferie che non si possono fare perché se gli infermieri esercitassero questo diritto si inchioderebbero gli ospedali e i servizi”.
Quello di Modena è il numero peggiore, ma anche a Reggio non si scherza: 44.58 giorni di ferie residue per gli infermieri dell’Ausl, dato quasi identico a quello dei loro colleghi dell’Azienda ospedaliero universitaria (44.21). Sono 350mila le ore di straordinario pagate in totale nel 2024 dall’Ausl di Modena (80mila ore), dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena (120mila ore) e dall’Ausl di Reggio Emilia (150mila).
“Attenzione, queste sono le ore pagate, poi ci sono quelle eseguite e che dovrebbero essere compensate con riposi che non si potranno mai ottenere, perché manca il personale – evidenzia la Cisl –. La ciliegina sulla torta l’ha posta la circolare ministeriale che ha imposto altre 40 ore di formazione obbligatoria da svolgere entro l’anno. Di fronte a tutto ciò non ci si può fermare alla pacca sulla spalla”.
Cisl invita quindi a una riflessione: “Questi infermieri hanno figli come tutti noi, hanno anziani da accudire come noi, hanno una vita privata che viene sacrificata per garantire il diritto alla salute alla comunità. E qui viene avanti un altro numero impressionante: la mancanza cronica di personale non permette di sostituire i colleghi che hanno bisogno di staccare per un giorno di permesso, per un infortunio, per una malattia. Un meccanismo infernale che si autoalimenta”.
È così che Cisl spiega il picco di giorni di assenza di tutto il personale dell’Ausl di Reggio (152,32 giorni), seguito da Ausl Modena (113,64 giorni) e Aou (96,13 giorni). Le cose si complicano nel periodo estivo. Manca il personale infermieristico per sostituire chi va in ferie, così come si riduce il numero di medici a disposizione.
Nel 2024 fu tagliato il 10% dei posti letto negli ospedali di Baggiovara e al Policlinico. Nell’estate 2025 i posti si ridurranno del 21%, vale a dire che saranno tagliati 231 posti letto. In Ausl a Modena salteranno 63 posti, il 10% del totale. La stessa percentuale registrata nel bacino Ausl di Reggio, dove salteranno 151 posti letto. Nelle due province, durante l’estate, i cittadini avranno complessivamente 445 posti letto in meno a causa della mancanza di personale.
Redazione Nurse Times
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