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Carenza di infermieri in Italia, Mangiacavalli (Fnopi) fotografa la crisi della professione per Tg2 Dossier

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Viaggio tra i disagi degli infermieri italiani. “Ci sono colleghi che vanno in pensione dopo circa 40 anni di servizio con soli 300 euro di differenza in busta paga”, ha rimarcato Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi.

Insultati, minacciati, aggrediti, anche fisicamente. Da eroi della pandemia gli infermieri sono diventati i punching-ball del Servizio sanitario nazionale. La violenza di cui sempre più spesso sono oggetto in corsia, unita al salario troppo basso, è tra le principali cause della crisi di vocazioni vissuta oggi da questa nobile professione. Crisi che determina una carenza di personale sempre più evidente, anche perché in tanti preferiscono trasferirsi all’estero, dove possono guadagnare fino a tre volte di più.

Di questo si è parlato nella puntata di Tg2 Dossier andata in onda domenica 16 marzo. L’inviata Marcella Maresca ha raccolto le voci degli infermieri in giro per l’Italia, testimoniandone il crescente stato di disagio. Sulla carenza di personale si è concentrata poi l’analisi di Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, intervistata per l’occasione nella sede della Federazione.

“Parliamo di una carenza di circa 65mila unità – riferisce Mangiacavalli -. Questo è il dato consolidato per quanto riguarda il Ssn. Poi c’è una fetta importante rappresentata da tutta la parte privata, ma anche dalla parte socio-assistenziale. Nel Pnrr sono previsti incrementi di personale, soprattutto per sviluppare la rete territoriale. Quindi non dico che è un dato sottostimato, ma certamente va valutato con prudenza”.

Capitolo stipendi. Quanto guadagna un infermiere appena assunto e quanto a fine carriera? “Per un neo-assunto siamo attorno ai 1.600 euro – ricorda Mangiacavalli -. Da lì in avanti inizia l’escalation contrattuale, che in questo momento è basata essenzialmente sul riconoscimento dell’anzianità. Abbiamo quindi colleghi che vanno in pensione dopo circa 40 anni di servizio con 300 euro di differenza, in media”.

Ma quali sono le sfide che affronta oggi un infermiere? “La prima è quella della formazione – spiega Mangiacavalli -. Una formazione impegnativa, accademica. In Italia c’è un buon numero di infermieri con un dottorato di ricerca, tantissimi con una laurea magistrale, quinquennale, e ormai generazioni intere di infermieri con laurea triennale. Questo cambiamento formativo, però, non è andato di pari passo con un cambiamento nell’organizzazione, perché i modelli organizzativi e assistenziali sono gli stessi di 30 anni fa”.

Tutto ciò porta un numero considerevole di infermieri a fare una scelta di vita e di carriera che li allontana dal nostro Paese, originando una vera e propria fuga verso l’estero. “Quando il Ssn recluta infermieri non tiene conto delle competenze specialistiche – conclude Mangiacavalli -. Mediamente sono 600-700 i colleghi che ogni anno lasciano l’Italia. La lasciano per l’Irlanda, il Regno Unito, la Norvegia, la Finlandia… Vanno in Paesi dove c’è uno sviluppo di carriera, un riconoscimento delle competenze”.

Clicca QUI per guardare il servizio di Tg2 Dossier.

Redazione Nurse Times

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