Cercare soluzioni per contrastare la piaga, sempre più diffusa, della violenza contro il personale sanitario. Con questo intento Salvatore Amato e Antonino Amato, presidenti di Omceo Palermo e Opi Palermo, accompagnati dai rispettivi vicepresidenti, Luigi Spicola e Giuseppe D’Anna, hanno incontrato Massimo Mariani, prefetto del capoluogo siciliano, sollecitando l’adozione di misure urgenti a tutela di medici, infermieri e altri operatori della sanità.
Omceo e Opi Palermo hanno condiviso e presentato una serie di proposte per arginare il fenomeno delle aggressioni: potenziamento della vigilanza nei pronto soccorso, installazione di sistemi di videosorveglianza e pulsanti antipanico con allerta immediata alle forze dell’ordine.
Il prefetto ha assicurato pieno sostegno, in linea con le misure ministeriali in fase di definizione, che prevedono anche l’introduzione in tutte le strutture ospedaliere italiane di sistemi avanzati di rilevazione del rischio e dispositivi di allarme antipanico in casi di emergenza. Inoltre ha garantito il coinvolgimento delle istituzioni ordinistiche nei tavoli istituzionali affinché le loro proposte possano tradursi in strategie efficaci.
Nel frattempo Omceo e Opi Palermo si preparano a una grande mobilitazione, insieme a sigle sindacali e rappresentanze professionali, per denunciare le continue aggressioni nelle corsie degli ospedali. “È il momento di un segnale forte – ha dichiarato il presidente Amato –. La sicurezza e la serenità di chi cura sono una priorità che riguarda tutti, compresi i cittadini. Omceo Palermo continuerà a vigilare affinché ogni professionista potrà lavorare con dignità, rispetto e protezione”.
Alle istituzioni regionali preposte i medici e gli infermieri chiedono invece “un coordinamento stabile tra direzioni aziendali e dipartimenti clinici, affinché ogni presidio ospedaliero adotti piani omogenei ed efficaci”, ha precisato ancora Amato.
Così, invece, il presidente Amato: “La questione della violenza contro gli operatori sanitari va affrontata con una strategia complessiva, che parta dalla prevenzione degli episodi di violenza. In questa direzione si muove il progetto, che stiamo portando avanti, di istituzione nelle aree di emergenza dei caring nurse, figura che si occupa della comunicazione con i famigliari dei pazienti. Questo ruolo deve essere svolto dall’infermiere, che è in prima linea anche nella gestione di queste dinamiche, per il servizio che da sempre svolge all’interno degli ospedali”.
Tra le misure prioritarie proposte da Omceo e Opi Palermo: percorsi separati per pazienti, famigliari e operatori sanitari, al fine di ridurre le tensioni nelle aree emergenziali; un programma di formazione specifica per la gestione delle situazioni di rischio; istituzione di una task force per la sicurezza, composta da esperti e dotata di tecnologie avanzate per garantire interventi tempestivi; attivazione di misure di supporto psicologico e legale strutturato per chi subisce aggressioni, affinché nessun sanitario sia lasciato solo ad affrontare le conseguenze.
Redazione Nurse Times
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