Un decalogo su come conservare i farmaci elaborato dalla Fondazione Veronesi
Come per il cibo occorre un luogo fresco e asciutto dove conservarlo anche i farmaci reclamano un ambiente ospitale. Un habitat che non alteri, con ripetuti sbalzi di temperatura e d’umidità, le loro proprietà.
LUOGO FRESCO
Per mantenere inalterate le prestazioni delle medicine che abbiamo acquistato occorre, dunque, ricorrere al fresco e all’asciutto. E questo significa che la cucina e il bagno, locali che ospitano cotture e vapori, non rappresentano certo i luoghi dell’abitazione meglio deputati a conservare i farmaci (soprattutto capsule, compresse e cerotti che possono deteriorarsi più precocemente).
VACCINI E INSULINA
Molte preparazioni farmaceutiche, richiedono, poi, il ricorso alla protezione del freddo. Da riporre sistematicamente in frigo sono per esempio i vaccini, ormoni come la calcitonina e l’insulina, i sieri e i flaconi di antibiotici granulati ai quali sia stata aggiunta dell’acqua. Bisogna sempre controllare che la temperatura del frigorifero sia compatibile con quella riportata sulla confezione dei farmaco.
NIENTE LUCE
I farmaci temono la luce battente del sole, perché questa li deteriora. Anche se contenuti in flaconi di vetro scuro. Dunque, bisogna evitare di tenere a vista sugli scaffali pillole e sciroppi, e riporli nell’armadietto dei medicinali – che in ogni casa non dovrebbe mai mancare – al riparo dai raggi solari diretti.
DATA DI SCADENZA
Fondamentale la data di scadenza: il giorno, il mese e l’anno indicati sulla confezione rappresentano il termine ultimo entro il quale il farmaco può essere utilizzato e l’azienda farmaceutìca ne garantisce al 100% l’efficacia. Tutto ciò è vero, però, solo se il prodotto resta sigillato nel suo involucro originale, in un ambiente fresco e asciutto e lontano dalla luce del sole. Perciò se la gestione casalinga del farmaco non è stata ottimale, la data segnalata dal produttore sulla confezione non è più attendibile.
FARMACI SCADUTI
L’assunzione occasionale di un farmaco scaduto non comporta quasi mai un pericolo reale, sopratutto se si tratta di un fatto episodico e se il medicinale è scaduto da poco tempo. Da un punto di vista generale, il rischio maggiore è che il farmaco abbia perso in parte o tutta la sua attività terapeutica e quindi non sia più in grado di controllare il sintomo o la patologia per cui è stato assunto. A tal proposito, diversi studi hanno dimostrato che per molti farmaci ci sarebbe una riduzione dell’attività terapeutica tempo-correlata (per esempio, sotto il 90 % della potenza originaria). Quest’effetto può comportare dei rischi sopratutto per quei pazienti affetti da patologie acute o croniche per le quali l’effetto del farmaco è indispensabile per il controllo della malattia stessa o la prevenzione di complicanze gravi. L’altro rischio, sebbene assai remoto, è che si possano formare sostanze potenzialmente tossiche che potrebbero provocare reazioni indesiderate sulla salute del paziente. Comunque, nonostante la rarità di questi eventi, è bene non ingerire mai farmaci scaduti.
CHIUSI A CHIAVE
Se è bene non lasciare i medicinali a vista sugli scaffali, non è soltanto perché possono corrompersi alla luce del sole o al calore del vicino termosifone. Tenerli in un armadietto chiuso a chiave evita che le mani curiose di un bambino li possano afferrare e ingerirli. Fortunatamente le aziende farmaceutiche hanno provveduto a munire i propri prodotti di tappi e confezioni apribili con manovre ad hoc e non istintive.
DOVE BUTTARLI
Assolutamente non nella spazzatura o nello sciacquone. E le ragioni sono di natura ecologica: i preparati farmaceutici possono infatti mischiarsi con altri rifiuti riciclabili o diffondersi nei terreni e nelle acque. Non vanno neppure bruciati poiché la loro combustione potrebbe sviluppare sostanze molto pericolose. Il luogo ideale delle medicine scadute sono invece le “campane” all’interno (o all’esterno) delle farmacie, capaci recipienti destinati a ricevere tutti i tipi di medicinale (anche liquidi in boccetta). Dentro questi riconoscibilissimi serbatoi, i farmaci scaduti sono accolti in un sacco di plastica viola, che la nettezza urbana provvede a prelevare settimanalmente per lo smaltimento finale. Un’ultima nota: il rispetto per la raccolta differenziata dovrebbe farci gettare a parte le scatole dei farmaci nei contenitori per la carta. È dunque dovere di ogni cittadino prestare attenzione a dove si buttano i farmaci scaduti che, in quanto sostanze chimiche o biologiche, non devono assolutamente essere dispersi nell’ambiente perché possono essere fonte di inquinamento.
Fonte: www.fondazioneveronesi.it
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