Il panorama sanitario italiano è profondamente cambiato negli ultimi anni. La necessità di un nuovo scenario dettato da una serie di fattori che in maniera più o meno incisiva contribuiscono al cambiamento e che vogliono portare allo sviluppo di un nuovo modello ospedaliero si concretizza nell’organizzazione per Intensità di cure. Il Pronto Soccorso di Gardone Valtrompia con l’inizio dell’anno 2015 ha iniziato a lavorare per intensità di cure. Questo modello organizzativo porta con sé un importante cambiamento sia nella mentalità sia nel modus operandi di tutti i professionisti che vi lavorano. La filosofia che guida la struttura è la filosofia ‘Lean Thinking’, un programma di ottimizzazione dei servizi che ha l’obiettivo principale di aumentare la qualità dei servizi erogati con le stesse risorse.
Nell’intensità di cure il protagonista principale è il paziente.
Diversamente dal pronto soccorso organizzato per codice di gravità e ambulatorio chirurgico, medico e ortopedico dove i pazienti venivano valutati in base alla patologia, nel nuovo modello viene accolto in base alla sua instabilità clinica e alla complessità assistenziale e sono i diversi professionisti a girare intorno a lui. Nel nuovo modello vengono identificate due nuove figure: il medico Tutor (il medico in turno in P.S.) e l’Infermiere referente (infermiere affidato ad un’area), che hanno il compito di prendere in carico il paziente al fine di garantire un’assistenza personalizzata. Uno dei presupposti è quello di garantire prestazioni di alta qualità tramite una stretta integrazione tra tutte le figure attraverso i principali strumenti di integrazione, come la cartella Clinica integrata informatizzata. Altro obiettivo non di poca importanza è quello di ridurre i tempi di attesa e di stazionamento in pronto soccorso dei pazienti attraverso l’applicazione dei percorsi rapidi per pazienti dell’Area a Bassa Intensità con patologia ortopedica , oculistica, e dermatologica.
In questo modo si abbattono i tempi d’attesa e si evita il sovraffollamento del pronto soccorso al fine di poter lasciare più tempo da dedicare agli operatori per l’assistenza dei pazienti più complessi.
Ho richiesto come infermiere interessato all’ambito dell’emergenza urgenza, alla Direzione degli Spedali Civili di Brescia, Presidio Ospedaliero di Gardone Val Trompia, di poter frequentare il Pronto Soccorso dove è stata effettuata questa nuova organizzazione al fine di raccogliere dei dati per poter valutarne l’efficacia.
Ho valutato ed analizzato il percorso di 226 pazienti, per capire quanto l’intensità di cure in pronto soccorso possa aiutare. In effetti il paziente dopo la valutazione del triage viene assegnato ad un’area (alta – bassa o intermedia intensità) e li trova ad accoglierlo subito un infermiere ed un OSS che dopo un breve colloqui eseguono una valutazione multiparametrica, un ecg, un accesso venoso e inviano gli esami ematici in laboratorio secondo dei profili ben stabiliti e condivisi. Grazie poi alle postazioni informatiche infermieristiche tutti i dati vengono registrati nella cartella informatizzata. Tutto questo sempre in piena sintonia e condivisione con il medico del PS che fa da tutor alle attività.
Nello specifico i 226 pazienti osservati erano cosi suddivisi:
Di tutti i pazienti accettati in codice verde o giallo 54 si sono presentati per patologie medico/traumatiche minori per questo come da protocollo sono state viste immediatamente dallo specialista presente evitandogli i tempi di attesa. Dopo la visita sono stati fatti accomodare in sala dimissioni dove poi hanno ricevuto il verbale per poter tornare a casa.
Per tutti gli altri pazienti i tempi medi di attesa tra l’ora dell’accettazione al triage e l’ora della presa in carico da parte dell’infermiere sono risultati i seguenti:
- codice bianco 55min/55sec,
- codice verde 38min/30sec,
- codice giallo 7min/26sec,
- codice rosso ingresso immediato.
Questi dati rispetto allo scorso anno sono drasticamente diminuiti. Infatti pensando ad un paziente che giunge in in pronto soccorso e viene accettato in codice verde (non grave) mediamente aspetta molto di più di 38 minuti medi. Questa presa in carico da parte dell’infermiere dell’area dedicata ha permesso in questi 226 pazienti di scoprire precocemente pazienti con patologie tempo dipendenti che si erano presentati in triage con sintomi aspecifici e già visti dal curante come per esempio due STEMI giunti per epigastralgia da circa sette giorni ed una gravida con faringodinia che in realtà presentava una trombosi della carotide. La precocità della presa in carico infermieristica ha permesso di effettuare e formulare un indice di sospetto basato sugli esami strumentali e sullo stretto rapporto e confronto con il medico tutor.
Come si diceva all’inizio di questo scritto Primary Nursing significa prendersi in carico ed essere dal punto di vista infermieristico colui che si occupa del paziente nella sua totalità ed unicità. In effetti molto utile ed interessante è il rapporto che si crea tra infermiere e parenti/amici infatti gli infermieri dell’area intermedia e alta escono dal PS in accordo con il paziente a spiegare l’iter assistenziale che si sta svolgendo. Dato interessante estrapolato dalla mia osservazione è proprio questo ed io ho assistito a 108 colloqui infermieristici con i parenti. Sicuramente questa organizzazione sta portando molti benefici sia in termini assistenziali che di tutela dell’equipè medico infermieristica del PS in quanto accorciandosi i tempi di attesa le patologie vengono riconosciute e trattate più rapidamente, inoltre nel mese di maggio inizierà anche un follow up telefonico infermieristico a 24 ore dalla dimissione che coinvolgerà tutti i pazienti dimessi dall’area intermedia di intensità di cure al fine di valutarne la ricomparsa di sintomi e la pertinenza della terapia.
Per concludere questa nuova organizzazione del Pronto Soccorso di Gardone Valtrompia per Intensità di Cure ha portato ad avere:
- drastica riduzione dei tempi medi d’attesa dei codici minori
- maggior autonomia infermieristica applicando il Primary nursing
- una stretta collaborazione – confronto tra il medico tutor e l’infermiere referente del paziente
- un continuo dialogo e condivisione tra infermiere e accompagnatori del paziente
- rapido riconoscimento di patologie tempo dipendenti con sintomi aspecifici
- completa informatizzazione della cartella di PS compreso il diario infermieristico
- dimissione protetta dei pazienti dell’area di intensità intermedia e stretto contatto con il territorio grazie all’attivazione del follow up infermieristico a 24 ore dalla dimissione
- collaborazione con l’ OSS che opera coopera e collabora con l’infermiere e non svolge le classiche funzioni di “portantino”
Questo progetto è non solo innovativo ma molto ambizioso, che mette al centro il cittadino-paziente, che riduce i tempi d’attesa e crea un legame più stretto e saldo con il territorio. Quanto descritto è ciò che ho visto ed osservato, i risultati al momento sono ben evidenti ed evidenziabili. Tornerò tra sei mesi, se mi daranno ancora le autorizzazioni per valutare risultati più approfonditi.
Infermiere
Piccioli Federico
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