La ricerca effettuata è stata spinta dalla curiosità e dalla volontà di comprendere eventuali criticità nella gestione di un’improvvisa emergenza clinica durante le ore scolastiche e di indagare circa la mancata informazione da parte degli insegnanti.
È stato chiesto loro se la medicina scolastica svolge, ancor’oggi, la sua attività di screening e visite mediche nelle scuole; se sono in grado di gestire un’emergenza clinica (crisi ipertensiva, crisi convulsiva, ecc); se sono edotti e informati sulle tecniche di primo soccorso per poter intervenire nell’immediato e se sono previsti Corsi di Aggiornamento per tutto il personale.
È emerso che pochi sanno cosa comporta davvero avere a carico alunni con particolari patologie. In ambiente scolastico potrebbero realizzarsi:
- SHOCK ANAFILATTICO
- CONVULSIONI
- CRISI IPERTENSIVE
- DISTURBI NEUROPSICHIATRICI
- OSTRUZIONI DELLE VIE AEREE
La scuola costituisce luogo ideale per divulgare la cultura e la pratica della sicurezza e quelle prese in esame sono state scelte in base all’età del soggetto corrispondente all’insorgenza di determinate patologie, nello specifico:
- Scuole dell’Infanzia
- Scuole Elementari
- Scuole Medie
Si evince che in pochissime Scuole sia presente un’area dedicata alle attività di Medicina scolastica. Questa, laddove fosse presente, non viene nemmeno utilizzata.
Il 67% dei docenti ritiene di saper gestire mediocremente l’emergenza senza crear panico e agitazione tra gli alunni ed evidenziano di non saper intervenire in un Primo Soccorso.
Conoscere solo la definizione, talvolta, della patologia presente in aula, non basta a determinare un efficace primo intervento.
Secondo il 98% degli insegnanti (percentuale molto elevata), sono necessari provvedimenti volti a migliorare la Medicina Scolastica.
Da ciò il loro eminente bisogno di figure sanitarie qualificate di riferimento, in qualsiasi momento e per qualsiasi evenienza. È necessario informare, circa la gestione di emergenze cliniche, tutti i dipendenti scolastici indipendentemente dal ruolo specifico che ricoprono, perchè spesso accade che il personale scolastico associ al concetto di “soccorso” quello di “paura di recare ulteriore danno al piccolo paziente”, ma è opportuno ribadire che la presenza di minori definisce a priori un contesto dove la “responsabilità” è sempre e comunque presente.
Risultano fondamentali quindi:
- Corsi di Primo Soccorso per famiglie e docenti
- Figure sanitarie qualificate (infermieri e medici) all’interno dello stesso Istituto
- Promozione di incontri formativi in materia Infermieristica
In attesa che arrivino i soccorsi, il docente, però, può e deve attuare semplici manovre volte a tenere in vita l’infortunato. Occorre precisare che è importante ed indispensabile:
- individuare aree adibite alle prestazioni infermieristiche di base (medicazione, etc);
- attuare la sigla PAS (Proteggere, Avvertire e Soccorrere);
- esporre i nominativi e la reperibilità degli addetti al PS;
- fornire con calma le informazioni richieste dall’operatore del 118: luogo, evento e condizioni degli infortunati, ciò permette all’operatore di decidere la modalità di soccorso.
Tale istruzione potrebbe garantire sicurezza e fiducia nei genitori, nei docenti e negli operatori degli istituti scolastici.
Nel contempo sarebbe un nuovo scenario in cui poter collocare infermieri.
Dott.ssa Sette Marianna
Laureata in Infermieristica presso l’Università degli Studi di Bari
Dott.ssa Tassielli Concetta
Coordinatore teorico pratico di Tirocinio
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