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ASL di Brindisi: assistenza infermieristica in crisi? Assumiamo medici

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Un infermiere con Trenta pazienti: il racconto di Daniela Pasqua
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Circa 5 anni fa, secondo i dati OCSE, vi erano quasi 55 mila medici in più per 1000 abitanti, rispetto al reale fabbisogno. E la situazione, ad oggi, non è certo cambiata, anzi.

All’ASL di Brindisi, questi dati non sono chiari affatto. Dopo una trattativa con l’RSU era stato deciso di assumere, a causa di una reale e gravissima carenza del personale infermieristico e ausiliario, di assumere infermieri e OSS.

Con una decisione unilaterale, però, l’ASL di Brindisi ha deciso di sottrarre le risorse economiche destinate all’assunzione di ben 14 OSS per assumere ulteriori 4 unità di dirigente medico della disciplina di medicina e chirurgia d’accettazione e di urgenza.

Da un punto di vista numerico, ci viene in aiuto il segretario CGIL che riferisce solo al Perrino, per fare un esempio, a fronte di una dotazione organica che prevede in totale 720 infermieri, sono presenti solo 695 infermieri, di cui 21 sono stati sottratti ai reparti per nuove attivazioni di servizi, non essendo mai stata prevista alcuna nuova assunzione dedicata allo scopo, esprimendo, quindi, una carenza globale di 46 infermieri. Il personale di supporto, invece, è inesistente“.

Appare chiaro, come la direzione aziendale di questa ASL sia totalmente inadatta al mandato che deve svolgere e risulta essere, anche, totalmente disinteressata alle problematiche degli infermieri che, quotidianamente, devono far fronte a carichi di lavoro spropositati e che aumentano il rischio di errore e, quindi, di danno all’assistito.

Inoltre, la carenza di personale inficia l’applicazione della L. 161/14, con implicazioni giuridiche e di tutela della salute dei lavoratori.

La Dirigenza aziendale, inoltre, così facendo, “obbligherà” a istituzionalizzare il gravissimo fenomeno del demansionamento infermieristico.

E contro questa insensata presa di decisione strategica, si sono schierati il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche e la CGIL, il cui segretario ha indetto lo stato di agitazione del personale dell’azienda.

L’unica arma in mano agli infermieri è quella di segnalare. al collegio IPASVI e ai sindacati, le situazioni di demansionamento, rifiutando la compensazione che diviene cronica e conclamata.

La redazione si augura che la Direzione Aziendale, protagonista di questo increscioso episodio, prenda atto del ruolo strategico degli infermieri e smetta di pensare solo alla parte medica, come già avviene in buona parte dell’Italia.

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