L’allattamento naturale, esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino e inserito in una dieta integrata con altri cibi fino a primi due anni di vita, è promosso dall’Oms come importante pratica in grado di migliorare la salute dei piccoli e delle loro mamme. I benefici sono molti, anche in termini di riduzione della spesa sanitaria globale.
Molti studi scientifici hanno dimostrato nel tempo che il latte materno sia l’alimento migliore per un sano sviluppo psico-fisico del neonato e che allattare al seno sia un fattore di protezione anche per la salute delle mamme. Eppure, durante i primi sei mesi di vita, oggi soltanto il 35,7% dei bambini di tutto il mondo viene nutrito esclusivamente tramite latte materno.
In Italia, secondo l’ultimo report del Ministero della Salute nelle strutture sanitarie, l’allattamento esclusivo oscilla tra il 65,4% del Lazio all’82,6% della Valle d’Aosta. Secondo altre stime, il numero medio di mesi di allattamento esclusivo al seno è pari a 4,1. Dopo l’anno di vita le percentuali scendono in tutti i paesi industrializzati. Il Regno Unito ha il dato più basso (0,5 %), seguito da Irlanda (2%), Danimarca (3 %), Francia (9%) mentre il Giappone ha il record (60 %), seguito da Norvegia (35 %), Finlandia (34 %), Usa (27 %) e Spagna (23 %).
I VANTAGGI PER IL BAMBINO. L’allattamento al seno rappresenta la migliore fonte di nutrimento per i neonati e per i bambini piccoli. Fornisce loro tutti i nutrienti di cui hanno bisogno per crescere in modo sano e contiene anticorpi in grado di proteggere i piccoli dalle malattie infantili più comuni. Inoltre, le persone che sono state allattate al seno da piccole, continuano a beneficiarne anche da adulte. Ad affermarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sostiene e promuove la diffusione di questa pratica, ritenuta uno dei metodi più efficaci per garantire la salute e la sopravvivenza dei bambini. Diversi studi hanno infatti dimostrato che l’allattamento al seno sia importante per proteggere i bambini dallo sviluppo, nel corso della vita, di diverse patologie tra cui obesità, diabete, malattie infiammatorie intestinali e allergie. Una maggiore diffusione di questa pratica potrebbe evitare oltre 800 mila decessi infantili, salvando la vita al 13% dei bimbi di età inferiore ai cinque anni. Grazie all’incremento dell’allattamento materno, infatti, potrebbero essere prevenuti la metà dei casi mondiali di dissenteria e circa un terzo delle infezioni respiratorie.
Un recente studio danese pubblicato su Applied and Environmental Microbiology ha messo in evidenza anche come il latte materno favorisca nel bimbo la formazione di una sana flora batterica intestinale, stimolando la crescita e la permanenza dei batteri “buoni” e, di conseguenza, lo sviluppo di un sistema immunitario più forte.
Altri studi dimostrano anche che l’allattamento materno dei bimbi svolga un ruolo importante anche sulla loro crescita psichica e mentale nell’età adulta; sembra infatti esistere un’associazione tra un lungo allattamento al seno e il conseguimento di migliori risultati nei test d’intelligenza, da parte di bambini e adolescenti. Bere il latte materno favorirebbe, infatti, un aumento del quoziente intellettivo fino a 3 punti. Di conseguenza, avrebbe un impatto positivo su studio, lavoro e produttività.
I VANTAGGI PER LA MAMMA. Allattare per un periodo prolungato di tempo fa bene anche alla mamma. Riduce il rischio di depressione post-partum, aiuta la madre a ridurre il grasso addominale, diminuisce il rischio di sviluppare diabete, problemi cardiovascolari o ictus, funge da anticoncezionale naturale (fino a sei mesi dal parto, le possibilità di restare incinta sono ridotte del 98%). Inoltre, ogni anno salva milioni di vite, perché riduce il rischio di cancro al seno e alle ovaie. Per ciascun anno di allattamento, infatti, le possibilità di contrarre il carcinoma alla mammella diminuiscono del 6%. Si stima che questa pratica consenta di prevenire ogni anno 20 mila casi di tumore al seno. Una maggiore diffusione dell’allattamento materno potrebbe, quindi, rendere possibile prevenire altri 20 mila casi all’anno.
Secondo Flavia Bustreo, vice Direttore generale dell’area Salute della famiglia, delle donne e dei bambini dell’Oms: “La riduzione del rischio legato al cancro al seno e alle ovaie è notevole e potrebbe salvare milioni di donne nel mondo”.
Allattare al seno può anche proteggere il cervello delle donne dallo sviluppo della malattia di Alzheimer, la più diffusa demenza a livello mondiale. E più si allatta, maggiore è la protezione. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer Disease condotto da un gruppo di ricercatori britannici della University of Cambridge.
IMPARARE MODI E TEMPI. È importantissimo educare e sostenere le mamme impegnate in questa che è per loro una fase molto delicata. Molte donne, infatti, hanno difficoltà a capire le giuste modalità per allattare il proprio bimbo. Per questo motivo, secondo l’Oms, le strutture sanitarie dovrebbero dotarsi di consulenti in grado di promuovere e di insegnare questa pratica alle neo-mamme.
L’Oms afferma altresì che l’allattamento al seno dovrebbe iniziare entro un’ora dalla nascita e, fino ai sei mesi di vita, i bambini dovrebbero essere nutriti esclusivamente con il latte materno. La mamma dovrebbe essere disposta ad allattare tutte le volte che il bambino lo richiede, sia di giorno, sia di notte.
A partire dal sesto mese, l’Oms consiglia di associare al latte materno altri alimenti, senza però ridurre l’allattamento al seno. Consiglia, inoltre, di somministrare i cibi solidi con il cucchiaio, non con il biberon, e di verificare sempre che gli alimenti siano puliti e sicuri. Infine, sottolinea che è necessario diverso tempo prima che i bimbi imparino a mangiare da soli. Per cui, la parola d’ordine è… pazienza. L’Oms afferma anche che sarebbe opportuno proseguire col latte materno associato agli altri alimenti fino al compimento dei primi due anni di vita.
IL LATTE ARTIFICIALE. Viene prescritto dal pediatra qualora non sia possibile l’allattamento materno. Ve ne sono molti tipi in commercio e la loro composizione varia a seconda delle caratteristiche dei bimbi. È l’unica valida alternativa all’allattamento materno, che però non è in grado di riprodurre in alcun modo i benefici di quest’ultimo, in quanto non contiene gli stessi anticorpi e le stesse sostanze nutritive.
“Nel mondo le donne non ricevono il necessario supporto. Aumentare la pratica dell’allattamento al seno porterebbe rapidi progressi, sia in termini di benefici per la salute delle donne e dei bambini, che in termini economici. Per raggiungere gli obiettivi previsti è però necessario che ogni paese introduca interventi nel sistema di educazione e nei servizi per la salute. Ma soprattutto che favorisca politiche di protezione alla maternità, spazi protetti e dedicati all’allattamento anche nei posti di lavoro e politiche di regolamentazione dei prodotti sostitutivi del latte materno”. Così afferma Flavia Bustreo, Oms.
L’obiettivo globale previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per tutti i paesi è quello d’incrementare, entro il 2025, il tasso di allattamento esclusivo al seno fino al 50%.
Alessio Biondino
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