Da un anno la commissione permanente libera professione del Collegio IPASVI di Firenze lavora su due grandi temi: vigilanza e sviluppo.
“Stiamo cercando di portare il Collegio nei luoghi dove gli infermieri lavorano”.
Le parole di Stefano Chivetti, uno dei cinque membri della commissione permanente sulla libera professione del Collegio IPASVI di Firenze, presieduta da Cristina Fassio, ben sintetizzano l’attività che la commissione stessa sta portando avanti dal momento dell’insediamento (oltre un anno fa).
Nel 2015, infatti, il lavoro della commissione si è concentrato sull’attuazione del programma presentato al consiglio ad inizio mandato. Un programma nato dalla volontà di rendere l’attività professionale una prospettiva concreta per coloro che scelgono di intraprenderla, garantendo al contempo, un alto livello di prestazioni erogate, e di fornire agli infermieri un’area sempre maggiore di tutela.
“Per molti ragazzi oggi – precisa Cristina Fassio – la possibilità di lavorare coincide con l’apertura della partita Iva. La formazione universitaria, però, non è adeguata perché è, soprattutto, concentrata sulla preparazione dell’infermiere ospedaliero. Per questo abbiamo deciso di aprire mensilmente, nei locali del Collegio, sia uno sportello ad hoc sulla libera professione che uno sportello relativo alle problematiche previdenziali, da parte di un rappresentante del consiglio di indirizzo generale di ENPAPI, l’ente di previdenza e assistenza per gli infermieri che esercitano l’attività libero professionale”.
L’attività della commissione si è concretizzata anche aprendo l’opportunità per gli studi associati di professionisti di ottenere l’iscrizione alla Camera di Commercio di Firenze, fino a poco tempo fa ostacolata da interpretazioni normative errate. Tramite l’iscrizione alla CCIAA è, infatti, possibile partecipare a bandi di gara per i quali è, appunto, necessaria l’iscrizione o addirittura partecipare a bandi per finanziamenti europei.
Da non dimenticare l’azione di vigilanza e di controllo, svolta sempre dalla commissione, sul corretto esercizio professionale nelle varie strutture socio-sanitarie pubbliche e private, ambulatori e cooperative, che a qualsiasi titolo hanno in essere rapporti lavorativi con infermieri.
Per dar seguito a questa attività, in sinergia con lo studio legale del Collegio sono state inviate a 60 strutture pubbliche e private della provincia di Firenze delle formali richieste di acquisizione dei nominativi degli infermieri in servizio nonché degli eventuali provvedimenti disciplinari comminati affinché il Collegio potesse svolgere la propria e peculiare azione istituzionale di controllo.
Questo progetto, denominato “Luci accese e porte aperte per il Collegio IPASVI di Firenze” è, appunto, dedicato alle norme che sanciscono il lavoro del Collegio e il suo ruolo nei confronti della professione infermieristica. 33 strutture private e una pubblica, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer hanno risposto alle richieste della commissione. Sempre nell’ambito dello stesso progetto, nei primi mesi dell’anno, sono iniziate le attività di visita e di controllo (sette gli accessi effettuati in aziende pubbliche e strutture private, 20 quelli nelle farmacie).
“Abbiamo protocollato ed archiviato in formato elettronico – precisa Stefano Chivetti – tutte le comunicazioni arrivate dalle strutture e tutti i nominativi degli infermieri sono stati controllati nell’albo, sia di Firenze che nazionale, per escludere eventuali abusi di professione”.
Un importante “censimento” da esportare in tutta la Toscana per uniformare gli interventi sul territorio nell’interesse sia degli infermieri che dei cittadini.
Roberto Romano
Articoli correlati:
Come aprire un ambulatorio infermieristico: guida completa
Lascia un commento