Davide Melisi è ricercatore universitario nella Sezione di Oncologia medica dell’Università di Verona diretta dal Prof. Giampaolo Tortora, è il responsabile dell’unità di ricerca di Oncologia molecolare e clinica dell’apparato digerente del Lurm, laboratorio di ricerca di ateneo, e partecipa come oncologo medico all’Istituto del Pancreas scaligero, diretto dal Prof. Claudio Bassi, team multidisciplinare per la diagnosi, il trattamento e la ricerca sulle patologie pancreatiche
“Questi risultati – ha spiegato Melisi – rappresentano un segnale di attività per questa nuova strategia terapeutica. Il prossimo passo ci vedrà impegnati nel confermare la sua efficacia in uno studio più ampio detto di fase tre. Il prossimo futuro ci vedrà impegnati nella ricerca di biomarcatori che possano indicarci quali pazienti potranno beneficiare in misura maggiore di galunisertib e nell’identificazione dei farmaci migliori per terapie di combinazione con galunisertib, soprattutto esplorando tra i più moderni chemioterapici nanotecnologici e i farmaci immunoterapici”
Uno studio tutto italiano, portato avanti con successo da un gruppo internazionale di scienziati guidati da Davide Melisi, ricercatore di Oncologia medica dell’Università di Verona, diretta dal Prof. Giampaolo Tortora
ha identificato una nuova strategia terapeutica per il trattamento dei pazienti affetti da cancro del pancreas in stadio avanzato.
Gli scienziati hanno dimostrato che galunisertib, farmaco prodotto dalla Lilly di Indianapolis, Usa è in grado di inibire l’attività del TGFβ, uno dei fattori principali di crescita e diffusione della malattia.
Il nuovo farmaco in aggiunta a una chemioterapia standard con gemcitabina, comunemente impiegata contro questa patologia, può infatti aumentare in maniera statisticamente significativa la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione dalla malattia dei pazienti affetti da cancro del pancreas avanzato con un profilo di tossicità molto favorevole. I risultati della sperimentazione clinica con galunisertib sono stati presentati il 18 aprile al meeting annuale dell’American Association for Cancer Research, il più importante congresso mondiale per la ricerca sul cancro che si tiene in questi giorni a New Orleans.
“Il cancro del pancreas – ha dichiarato Melisi – è una delle neoplasie umane più letali e meno esplorate. La prognosi severa dei nostri pazienti è fondamentalmente legata ai fenomeni di metastatizzazione precoce durante lo sviluppo di questa malattia che sono responsabili dell’esordio già avanzato della maggior parte dei casi, dell’aggressività intrinseca di questa malattia, e, soprattutto, dall’efficacia limitata dei trattamenti correnti con farmaci chemioterapici classici. Per questo negli ultimi anni, ci siamo concentrati nello studio del ruolo dei diversi segnali indotti dal TGFβ che sono la ragione della particolare resistenza del cancro del pancreas ai diversi farmaci chemioterapici classici in diversi modelli preclinici”.
La sperimentazione clinica internazionale, multicentrica, è stata condotta a Verona nel Centro di Ricerche Cliniche, Crc, dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, per valutare l’efficacia e la tollerabilità del trattamento con gemcitabina in combinazione con il nuovo farmaco in 156 pazienti affetti da cancro del pancreas avanzato.
In particolare 104 di loro sono stati trattati con gemcitabina in combinazione a galunisertib, gli altri 52 con gemcitabina e placebo. I risultati della sperimentazione clinica hanno evidenziato un aumento della sopravvivenza globale e un ritardo nella progressione della malattia per pazienti trattati con gemcitabina e galunisertib.
Giuseppe Papagni
Fonte:www.veronasera.it
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