“La sanità nei giorni d’oggi sta subendo i colpi dei tagli che i vari governi succeduti hanno dato, per cui si trova un personale infermieristico che è costretto a fare i conti con tutto questo e poi alla fine chi ne risente è l’utente finale, cioè il malato. La sanità da questo punto di vista non mi piace” sono le parole del giornalista, che ha lavorato in tv da Telemontecarlo a La7, inviato anche di guerra e conduttore del TG di La7, Armando Sommajuolo in un’intervista per Nurse Times.
“L’infermiere è una figura professionale direi importantissima, ma che, troppo spesso a causa dei tagli che i governi hanno attuato alla sanità pubblica, da molto tempo è sottoposta ad un burnout. L’infermiere oggi ha un carico di responsabilità altissimo, ma se è costretto a fare i conti con una gestione del personale non all’altezza rischia poi di essere colui su cui ricadono i fulmini dei pazienti che si trovano in ospedale. Ma è un professionista fondamentale anche dal punto di vista sociale (ognuno di noi sa perfettamente che nel momento in cui deve affrontare un momento drammatico o difficile della propria vita per quanto riguarda la propria salute e finisce in ospedale, è direttamente a contatto con gli infermieri, quindi è importante la loro formazione) e secondo me questo valore aumenterà sempre di più con il passare del tempo.
Io so che ci sono poi delle polemiche sul titolo accademico, non sono ben informato in materia, però sono convinto che più preparazione per questa figura professionale c’è meglio è, quindi se la laurea può dare tutto questo ovviamente ben venga. Dal punto di vista dei codici e delle leggi è ovvio che l’infermiere, la persona che si trova immediatamente a contatto con il malato, abbia una formazione professionale importante”.
Per quanto riguarda le sue esperienze, fortunatamente tutte positive, il giornalista dichiara di aver trovato delle persone che dal punto di vista umano lo hanno aiutato moltissimo, ma deve dire in verità di essere sempre capitato in strutture private; non saprebbe dire se un infermiere che lavora in una struttura privata abbia una vita più semplice di colui che lavora in ambito pubblico. Certamente le esperienze riportate o anche viste dalle strutture pubbliche non sempre sono piacevoli, come riscontrare dei livelli di sicurezza molto approssimativi, e ciò può creare insoddisfazione del malato.
“L’infermiere – continua Sommajuolo – deve riuscire ad avere con il paziente e i suoi familiari un buon rapporto, deve riuscire a rispondere alle richieste con informazioni precise e chiare, però il tempo a disposizione spesso è poco e leggevo tempo fa, in un sondaggio, che gli infermieri vorrebbero dare maggiore tempo e avere un rapporto migliore con i degenti, ma spesso la fretta e il tanto lavoro che hanno sulle spalle impediscono loro di poter avere questo atteggiamento, perché sappiamo che il paziente, quando si trova in ospedale, ha uno stato di frustrazione e di nervosismo che lo porta anche ad esplodere ed a comportarsi in maniera nervosa, persino nei riguardi dell’infermiere che poi non ce la fa più. Però una cosa che mi ha colpito, leggendo un altro sondaggio, è che il 40% degli infermieri quando la mattina si alza per andare al lavoro lo fa con gioia ed allegria (ed è già qualcosa di molto importante, perché teniamo presente che queste persone hanno a che fare con la malattia e la morte) e dal punto di vista psicologico e umano sono sempre arricchiti da un esperienza molto forte (perché chi ha a che fare con la morte capisce poi i veri valori della vita)”.
Le assunzioni nel SSN, secondo il giornalista di La7, sono necessarie anche perché c’è moltissima richiesta di infermieri, ma stanno assumendo molto poco. “Io potrei dire, facendo una battuta a tutti i nostri politici: attenzione, perché in ospedale prima o poi ci capitate pure voi! Quindi è evidente che tutti noi, tutti gli italiani non chiedano altro che ci sia maggiore presenza di infermieri, creando più sicurezza per i pazienti che ne hanno bisogno”.
In merito all’informazione, dichiara Sommajuolo, ci sono molte dinamiche in ballo, purtroppo il giornalismo è una professione dove si sbaglia spesso, e se ne parla soltanto quando accade un episodio eclatante, spesso negativo, per cui quello che attiva i giornali e la TV sono solo episodi di malasanità; come al solito non si parla delle cose positive e della lotta giornaliera che questo personale fa. “Mi ricordo che negli USA tentarono di fare un esperimento, cioè quello di fare un telegiornale solamente con le buone notizie, fallì dopo un mese … pare che la gente ascolti soltanto le cattive notizie. Però questo sta anche come sfida a tutti gli infermieri di trovare un qualche cosa di positivo che possa finire sui mass media. Diciamo che l’intervista, per un giornalista come me, che non ha il potere che può avere un direttore, è già un qualche cosa … continuate per questa strada … cercare di mandare comunicati e soprattutto di avere una reazione ferma quando succedono episodi spiacevoli, insomma … fate sentire anche voi la vostra voce, in gamba ragazzi!!!”
Savino Petruzzelli
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