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Eutanasia, facciamo chiarezza!

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L’enciclopedia Treccani sulla definizione di “Eutanasia” si esprime così: “Azione od omissione che, per sua natura e nelle intenzioni di chi agisce (eutanasia attiva) o si astiene dall’agire (eutanasia passiva), procura anticipatamente la morte di un malato allo scopo di alleviarne le sofferenze. In particolare, l’eutanasia – prosegue –  va definita come l’uccisione di un soggetto consenziente, in grado di esprimere la volontà di morire, o nella forma del suicidio assistito (con l’aiuto del medico al quale si rivolge per la prescrizione di farmaci letali per l’auto somministrazione) o nella forma dell’eutanasia volontaria in senso stretto, con la richiesta al medico di essere soppresso nel presente o nel futuro”.

L’eutanasia può definirsi:

  • Attiva diretta quando il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte (per esempio sostanze tossiche).
  • Attiva indiretta quando l’impiego di mezzi per alleviare la sofferenza (per esempio: l’uso di morfina) causa, come effetto secondario, la diminuzione dei tempi di vita.
  • Passiva quando è provocata dall’interruzione o dall’omissione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza dell’individuo (come nutrizione artificiale ed idratazione artificiale) .
  • Volontaria quando segue la richiesta esplicita del soggetto, espressa essendo in grado di intendere e di volere oppure mediante il cosiddetto testamento biologico.
  • Non – volontaria nei casi in cui non sia il soggetto stesso ad esprimere tale volontà ma un soggetto terzo designato (come nei casi di eutanasia infantile o nei casi di disabilità mentale).
  • Involontaria quando è praticata contro la volontà del paziente.
  • Il suicidio assistito è invece l’aiuto medico e amministrativo portato a un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze.

Attualmente secondo il Centre d’information Europe sono quattro i Paesi europei che hanno legalizzato il suicidio assistito e l’eutanasia attiva.

A Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo si aggiungono, nel resto del mondo, Cina, Colombia e Giappone.

Ecco alcuni esempi delle legislazioni nei paesi secondo un articolo pubblicato recentemente da Panorama:
OLANDA – La prima legge che legalizza l’eutanasia è stata approvata nell’aprile del 2001 in Olanda, che diventa il primo paese al mondo a consentire eutanasia e suicidio assistito.

BELGIO – La legge che legalizza l’eutanasia è entrata in vigore nel settembre 2002. Dallo scorso 13 febbraio è legale anche l’eutanasia sui minori.
LUSSEMBURGO – La normativa è entrata in vigore nel marzo 2009. Prevede che non venga sanzionato penalmente e non possa dar luogo ad un’azione civile per danni ”il fatto che un medico risponda ad una richiesta di eutanasia”.
SVEZIA – Nell’aprile 2010 l’autorità nazionale dà il via libera all’eutanasia passiva (con interruzione omissione di trattamenti medici). L’eutanasia attiva è proibita.
SVIZZERA – Nel Paese elvetico la legge consente l’aiuto al suicidio se prestato senza motivi egoistici. Una prestazione garantita anche ai cittadini stranieri.
GERMANIA – La Corte di giustizia tedesca si è espressa nel giugno 2010 a favore dell’eutanasia passiva. Pur non essendoci una legge specifica anche l’eutanasia attiva è ammessa se è chiara la volontà del paziente.
SPAGNA – Sono ammessi eutanasia passiva e suicidio assistito, ma non l’eutanasia attiva.
DANIMARCA – In Danimarca sono ammesse solo le direttive anticipate di trattamento.
FRANCIA – L’eutanasia attiva è vietata, mentre è parzialmente ammessa quella passiva.
GRAN BRETAGNA – Anche l’aiuto al suicidio e’ perseguito per legge, come ogni forma di eutanasia, ma un giudice può autorizzarlo in casi estremi.
RESTO DEL MONDO – Nel resto del mondo l’eutanasia è ammessa in Cina negli ospedali, mentre in Colombia è legale dal 1997. Nei paesi occidentali il più tollerante è l’Oregon, negli Usa, che l’ha ammessa anche in questo caso nel 1997 e la permette anche in caso di depressione dei pazienti.

Successivamente hanno adottato legislazioni simili Vermont, Washington e Montana. In Canada, patria di uno dei film più famosi su questo tema, Le invasioni barbariche, una legge che la legalizza è stata bocciata e la situazione varia da provincia a provincia.

Altri paesi, fra cui l’Australia, non ammettono l’eutanasia ma consentono le direttive anticipate di trattamento.

In Giappone quando un paziente vuole accedere all’eutanasia viene avvicinato da una equipe che lo aiuta a prendere una decisione.

Scupola Giovanni Maria

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