È accaduto a Tortoreto Alto (Teramo), dove un uomo di 49 anni si è accasciato a terra colto da infarto ed una infermiera lì per caso è intervenuta effettuando il massaggio cardiaco, portato avanti fino all’arrivo del 118 e del defibrillatore.
È la mattina del 15 maggio 2016, a Tortoreto Alto, in provincia di Teramo. Sono passate da poco le 11, c’è un bellissimo sole, di quelli forti, che ti fanno ringraziare l’inventore degli occhiali scuri e i giardinieri che chissà quando hanno piantato qua e là qualche albero, generosi donatori di rinfrescanti spicchi d’ombra.
Giacomo (lo chiameremo così), 49 anni, sta eseguendo in tuta una ‘passeggiata veloce’, di quelle che alcuni studi scientifici esaltano come tocca sana per la salute del cuore, quando ad un certo punto rallenta, piuttosto affannato; si ferma e, curvando il busto in avanti, appoggia i palmi sulle ginocchia. Avverte una sensazione strana, si sente confuso e ha uno sguardo vitreo, perso nel grigio del marciapiede. Non fa in tempo a portare la mano destra al torace che stramazza a terra privo di sensi.
Alcune persone notano la scena, accorrono verso l’infortunato e fanno gesti plateali con le braccia, mentre urlano in tutte le direzioni per chiamare aiuto. Lo scuotono, cercano di alzarlo, ma l’uomo è palesemente incosciente. Dai negozi vicini c’è chi porta subito acqua, succhi di frutta, sale e altri rimedi arcaici ‘della nonna’ fino a che non compare lei, Cinzia (la chiameremo così). È in macchina, assonnata, nascosta dietro a grandi occhiali da sole dalle lenti grandi e rotonde, nere, che da lontano la fanno sembrare una strana specie di moscone coi capelli lunghi. È diretta al centro commerciale per fare compere quando, voltandosi a sinistra per guardare il mare, nota il gruppetto di persone gesticolanti; capisce che qualcuno sta male.
Ferma la macchina, la lascia aperta lì dov’è e si dirige svelta verso quel manipolo impanicato di anime. Si presenta come infermiera, valuta in pochi secondi lo stato di coscienza del paziente e ci mette molto poco a capire che è in arresto cardiaco. Fa immediatamente allertare il 118 e parte subito con il massaggio cardiaco esterno, continuando energicamente fino all’arrivo dell’ambulanza, giunta da Alba Adriatica insieme all’auto medica. Si fa quindi da parte, Cinzia. È sudata, col fiatone, con i capelli ‘provati’ dal massaggio e che a quel punto sembrano il nido di una cicogna. Ha anche le braccia molto indolenzite dagli interminabili minuti di compressioni toraciche forti e veloci, che in poco tempo sono in grado di ridurre a uno straccio anche il più allenato dei soccorritori. Coi mezzi di soccorso arriva anche il defibrillatore, subito connesso al paziente e che, grazie al massaggio cardiaco effettuato da Cinzia, che ha mantenuto ossigenato il muscolo cardiaco, rileva una fibrillazione ventricolare ovvero un ritmo defibrillabile. Sono necessarie diverse scariche, ma il cuore di Giacomo alla fine riparte e riprende a pompare regolarmente.
Una volta stabilizzato, l’uomo è trasportato al pronto soccorso di Giulianova dove viene ricoverato e sottoposto a tutti gli accertamenti e alle cure del caso. È in buone condizioni, nonostante l’infarto lo abbia duramente debilitato e messo alla prova dal punto di vista psico-fisico. È vigile ed è decisamente… vivo. È vivo grazie a Cinzia che, dopo le scariche che gli hanno ‘resettato’ il cuore e restituito di fatto la vita, è rimasta accanto a lui e ai colleghi come una sorta di angelo custode, una accudente eroina intervenuta perché c’era bisogno di lei e rimasta lì perché a quel punto non poteva più staccarsi dal ‘suo’ paziente. Suo anche se non era degente nel reparto dove lei lavora. Suo anche se lei stessa non era in servizio. Suo anche se non lo aveva mai visto prima e, probabilmente, non lo rivedrà mai più.
Una volta che Giacomo è stato caricato sul mezzo del 118 che è partito a sirene spiegate, Cinzia lo ha guardato dileguarsi, finché le strade e le case di Tortoreto non lo hanno inghiottito. Dopo di che, con fare rilassato, ha recuperato la sua borsa a terra; ha riposizionato sul naso i suoi occhialoni da moscone, ha salutato le persone presenti ringraziandole dell’aiuto ricevuto ed è tornata alla sua auto parcheggiata in mezzo alla strada e al sole. Sudata. Un po’ stanca. Forse un po’ spettinata. Ma decisamente… INFERMIERA.
Fonte: ilcentro.gelocal.it
Immagine: YouTube
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