“Il ruolo degli infermieri è cambiato nel corso nel tempo, oggi è una professione molto più valorizzata anche perché effettivamente è una figura essenziale nel funzionamento dell’assistenza sanitaria pubblica e privata (anche se personalmente interessa quella pubblica). Abbiamo bisogno di ottimi professionisti, perché il mondo della sanità è diventato estremamente più complesso, una macchina che non può funzionare se non esistono varie figure e quella del’infermiere è particolarmente importante” sono le parole del Presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici del MiBACT ed ex Rettore dell’Università degli studi di Foggia Giuliano Volpe in un’intervista per Nurse Times.
“Personalmente, in passato, come Rettore, mi sono occupato molto da vicino della formazione degli infermieri; trasformare la loro formazione dai vecchi corsi regionali a veri corsi universitari è stata un’ottima cosa, ormai sono delle figure di alto profilo che come tutti i professionisti dei vari ambiti non devono mai smettere di studiare, di auto formarsi perché i cambiamenti , le innovazioni nel mondo sanitario sono velocissimi, e anche per gli infermieri non ci si può e non ci si deve fermare. Ho avuto recentemente a che fare con il SSN ed ancora una volta ho potuto verificare la loro professionalità, ma bisogna dire che spesso gli infermieri rischiano di peccare rispetto alla capacità di stabilire un rapporto umano con il paziente, devono essere bravi dal punto di vista professionale, però bisogna valorizzare molto l’aspetto della comunicazione col malato, proprio per questa intermediazione che svolgono tra quest’ultimo e i medici”.
Il prof. Volpe conclude il suo intervento facendo un’osservazione sul SSN: “Continua ad essere uno dei migliori al mondo, ma bisogna renderlo meno controllato dalla politica, meno clientelare e più efficiente. Noi abbiamo degli ottimi professionisti, come gli infermieri, quindi bisogna uscire definitivamente fuori dalla logica dei piccoli ospedali sotto casa, ragionando in termini di grandi poli ospedalieri come strutture molto complesse integrate con la ricerca e con la formazione, inoltre si deve avere una sanità diffusa con servizi territoriali molto più efficienti, quindi meno ospedali e più servizi per la salute dei cittadini“.
Savino Petruzzelli
Lascia un commento