Reggio Emilia, Festa dell’Unità. Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali alla camera si è schierata a difesa dell’Asl Bolognese sulla questione riguardante i protocolli avanzati di impiego di personale infermieristico per lo svolgimento del servizio di emergenza sanitaria territoriale 118
Durante il comizio la capogruppo si è rivolta all’ordine dei medici di Bologna con un “richiamo”: “Uso la Festa per una denuncia: noi non possiamo avere l’Ordine dei medici più conservatore d’Italia. In questa città noi abbiamo sempre risolto i conflitti attorno ad un tavolo; è lì che si risolvono i problemi delle professioni, non con provvedimenti disciplinari, sospensioni e denunce che sono segnali di chi non ha altre armi, di chi non ha le armi della ragione e usa quelle della forza”.
E ha continuato: “siamo innovatori e non possiamo fermarci sul tema dell”integrazione tra medici con le altre professioni; la sanità di oggi e domani non è fondata solo sul medico e sulla solitudine del medico”.
Certo la sua è una figura “centrale, ma dentro un insieme di competenze sviluppato da altre professioni: infermieri, ostetriche, dietiste, tenici di radiologia. Queste figure negli ultimi anni hanno avuto una grande valorizzazione, la laurea e riconoscimenti, ma la mia impressione è che nel quotidiano qualche conflitto ci sia”.
A seguito di queste dichiarazioni, la capogruppo ha ricevuto una lettera del Consigliere dell’Omceo Bologna, Salvatore Lumia, che scrive quanto segue…
Cara amica ti scrivo…
Cara Donata, ho letto sbigottito sui giornali delle tue dichiarazioni fatte alla Festa dell’Unità sull’Ordine dei Medici di Bologna, circa il problema della sospensione di alcuni medici che, avendo scritto delle procedure in cui delegano agli infermieri atti medici, hanno commesso una istigazione all’abuso di professione.
Conosco bene la tua posizione, ma credo che le tue affermazioni fatte alla Festa dell’Unità in un dibattito, oltretutto, senza nessun invitato dell’Ordine dei Medici a controbattere, siano state un po’ esagerate.
Conosco bene la tua posizione, che mi sembra sposi di più le tesi di una parte professionale che, in maniera un po’ talebana e senza un reale confronto, intende il proprio sviluppo professionale come una invasione di campo della professione altrui; per fortuna la gran parte di quei professionisti (io ci lavoro insieme tutti giorni sai), non condivide questa visione.
Conosco bene la tua posizione, che è dettata soprattutto dal fatto che, se si attribuissero le funzioni di una professione a dei professionisti che costano meno, le aziende sanitarie e le regioni potrebbero risparmiare un bel po’ di soldini, che magari verrebbero poi utilizzate dai Direttori di quelle per elargirsi premi di risultato consistenti.
Conosco bene la tua posizione secondo la quale un Ordine dei Medici (che peraltro è un organo di controllo dello Stato) non dovrebbe mettere in discussione le decisioni di un’Azienda Sanitaria; ma vedi: se una ipotetica azienda trasporti pubblica decidesse di far guidare gli autobus ai dipendenti che hanno la patente B e non la prevista D E, nessuno dovrebbe intervenire? Oppure se una compagnia aerea decidesse di far pilotare i propri voli di linea a piloti che hanno il brevetto per il Piper o agli assistenti di volo, facendo solo qualche corso interno? Tutto bene?
O deve esserci un organo dello Stato che, per la tutela del Cittadino (o del paziente) faccia rispettare le norme vigenti sulle patenti, brevetti, abilitazioni professionali conseguenti ad un certo corso di studio, ecc…
E le regole devono esistere solo per i privati e non per le Aziende sanitarie?
Voler far rispettare le regole non mi sembra un atteggiamento conservatore, semmai di buon senso a tutela della salute pubblica.
Certo le regole si possono cambiare, e tu sei una di quelle persone che (anche con il mio voto e con il voto di tutti quelli che seguono i miei consigli) sei stata delegata a scrivere le leggi e le regole, quindi scrivete una nuova legge che definisca esattamente cosa deve fare un professionista e cosa un altro, in maniera che poi l’Università adegui i propri programmi di studio alla formazione delle nuove figure professionali disegnate; definite con quali “esami” possiamo dare le nuove abilitazioni, patenti di guida, brevetti di pilota, e poi così cambieremo le cose e faremo rispettare quelle nuove regole, che così definiranno anche le responsabilità di “chi fa cosa”, e l’aspetto della responsabilità oggi è molto sentito.
A me sembra che non sia l’Ordine a mettere in discussione ed in allarme un intero sistema, ma sia questo “sistema” che si inventa modelli che mettono in discussione regole e professioni, creando poi situazioni di reale rischio per i cittadini/pazienti.
Per quanto riguarda la risoluzione dei conflitti attorno ad un tavolo poi, non puoi dire che l’Ordine dei Medici non abbia proposto e cercato tavoli di confronto! Caspita!
Ci sono stati diversi incontri, alcuni mancati proprio dai rappresentanti dell’AUSL, e ci siamo anche trovati in via Rivani per più di 3 ore proprio per trovare una soluzione per le sospensioni, ma la tua posizione è stata fissa ed intransigente alle richieste dell’Ordine dei Medici.
Sai ho scritto medici maiuscolo perché l’ordine più conservatore d’Italia rappresenta realmente il pensiero dei medici.
Mi dirai che c’è stata una grande petizione contro l’OdM di Bologna firmata da 8.000 persone di tutt’Italia, tra cui 1.700 medici, ma una gran parte di chi ha firmato lo ha fatto per compiacere i propri Direttori di Struttura, temendo ritorsioni professionali, oppure ha dei parenti che sono stati interessati dai provvedimenti disciplinari, oppure ha firmato non conoscendo esattamente i termini della questione.
Invece sai quanti sono i medici, non solo di Bologna ma di tutta Italia, che si sono rivolti all’OdM di Bologna per raccomandare al suo Presidente Giancarlo Pizza di andare avanti, e sai anche quanti infermieri lo hanno detto, anche a me personalmente!
E questi quando dovranno votare alle prossime elezioni, come si comporteranno?
Potrò ancora chiedere loro di votare per te e per il PD?
Certo, come dice l’amico Giuliano Sacchi, ci sono a tuo favore 8000 infermieri che ti voteranno, ma tutti i giovani medici, gli studenti (e le loro famiglie) che hanno intrapreso un faticoso percorso di studi (6 + 5 anni circa) per fare una certa professione ed ora vedono il loro mestiere può essere fatto, in maniera più superficiale, con un percorso formativo più breve, cosa penseranno? E cosa voteranno?
No cara Donata, come medico che ha sempre cercato e attuato una collaborazione fattiva con gli infermieri, come iscritto al PD, tuo amico e sostenitore da sempre, mi permetto di dire forte e chiaro che il Partito Democratico deve volare alto e non mettere il cappello su una disputa che coinvolge aspetti deontologici e professionali, che viaggiano ancora in un campo che ha delle attuali definizioni normative che non possono essere ignorate, e che riguardano la difesa della salute pubblica, il corretto ruolo delle diverse professioni, le giuste aspettative di tanti giovani che studiano per le diverse professioni
Sperando di sederci attorno ad un tavolo, ancora una volta a parlare di questa questione, ti mando caro saluto.
Che dire… a voi i commenti…
Gaia Pomar
FONTI
Quotidiano Sanità
Quotidiano Sanità, lettera Consigliere Omceo
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