L’emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle (VEDI) attraverso il quale veniva richiesta l’introduzione della professione infermieristica tra i lavori usuranti indipendentemente dai turni di lavoro e dagli orari svolti è stata bocciata.
Non si tratta di una buona notizia per gli infermieri che, quotidianamente sono costretti a sopperire alle carenze organizzative ormai strutturate, che subiscono mancati riposi, carichi lavorativi eccessivi e mancato godimento delle ferie.
Tale proposta, finalizzata a rendere la professione infermieristica come un lavoro usurante in quanto tale è stato respinta. Il contesto e le responsabilità del personale sanitario non sono stati minimamente considerati.
Alla categoria dei lavori usuranti si aggiungeranno dal 2017 anche lavoratori che svolgono mansioni particolarmente difficoltose e rischiose. Gli addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza rientreranno tra le categorie che potranno beneficiare della pensione anticipata: ma non l’Infermiere!
Sappiamo tutti che sulla carta l’Infermiere sia considerato un professionista intellettuale ad altissima specializzazione, potrebbe essere questo il motivo per il quale non venga inquadrato come un addetto all’assistenza diretta di persone non autosufficienti?
I fattori che, nella realtà di reparto, farebbero propendere per l’inserimento dell’infermiere tra le professioni usuranti sarebbero molteplici:
- Movimentazione dei carichi viventi, causa di patologie muscolo-scheletriche
- Stress e Burnout
- Punture accidentali da taglienti e contaminazioni muco-cutanee, trasmissioni di malattie infettive
- Esposizione a gas anestetici e altre sostanze chimiche, Radiazioni ionizzanti per l’utilizzo di apparecchiature radiologiche
- Manipolazione di farmaci che causano fenomeni di sensibilizzazione e allergie
La professione dell’Infermiere è stata più volte definita “usurante” ma solo facendo riferimento ai lavoratori turnisti. L’attuale requisito di turni notturni annui escluderebbe però anche gli infermieri turnisti dalla categoria dei lavoratori usuranti. Nel rispetto delle regole contrattuali un infermiere turnista infatti può raggiungere un totale massimo di 62-63 notti annue, mentre per essere considerati lavoratori usuranti è necessario lavorare per almeno 64 notti all’anno.
Appare evidente come tutto ciò che accada attorno alla nostra professione sia finalizzato ad impedire il naturale “turnover” che permetterebbe agli anziani infermieri di andare in pensione venendo sostituti dalle migliaia di giovani neolaureati disoccupati.
Si andrà verso una realtà nella quale infermieri anziani, debilitati da malattie e dalla fatica dovranno prendersi cura di persone nelle loro medesime condizioni.
Secondo le previsione INPS, a causa della discontinuità contributiva dei giovani, dovuta alla disoccupazione ed il precariato, i nati dopo il 1980 andranno in pensione a 74 anni. Come può un infermiere entrato ormai nella fase della terza età reggere i ritmi di molti reparti ospedalieri?
Simone Gussoni
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