Tutti i collegi provinciali Ipasvi toscani hanno inviato una lettera aperta all’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi
La lettera è finalizzata ad ottenere chiarimenti sul progetto di somministrazione farmaci ai bambini che frequentano le scuole toscane.
Gli infermieri difatti sarebbero stati esclusi da ogni passaggio interlocutorio ed informativo.
A somministrare il farmaco, potrà essere qualcuno del personale scolastico, se l’attività non richiede cognizioni specialistiche di tipo sanitario, se invece queste cognizioni specialistiche sono necessarie, la Asl competente dovrà individuare il personale e le modalità per garantire l’assistenza sanitaria qualificata. La direzione scolastica dovrà attivarsi con la Asl di riferimento, per concordare l’attivazione, da parte dell’istituzione sanitaria, di corsi di formazione specifici per i personale che si è dichiarato disponibile alla somministrazione del farmaco!
Riportiamo di seguito la lettera in versione integrale:
Gentilissima Assessore,
Leggiamo con stupore l’intesa che il suo assessorato ha siglato con l’Ordine dei Medici in merito alla somministrazione dei farmaci negli istituti scolastici e le scriviamo pubblicamente (https://www.quotidianosanita.it/toscana/articolo.php?articolo_id=46796).
Non entriamo nel merito dell’intesa semplicemente perché non ne conosciamo i dettagli essendo stati del tutto esclusi da ogni passaggio non solo interlocutorio ma anche informativo.
Oltre 26.000 infermieri apprendono così, in modalità del tutto passiva, sui social e sui quotidiani, che la loro funzione di garanti la somministrazione terapeutica, processo delicato che richiede più fasi e competenze specifiche da quelle relazionali a quelle educative oltre che conoscenze specifiche, è relegata ad un accordo che non ha visto la partecipazione della nostra professione.
Stupisce perché lei stessa ha nominato dei colleghi per partecipare al tavolo tecnico Ministeriale di qualche mese fa che ha prodotto un documento di indirizzo nazionale che comprende anche l’attivazione di ambulatori scolastici a gestione infermieristica per rilevare, con logiche di prossimità, i bisogni di salute della popolazione scolastica.
Noi infermieri nell’ambito territoriale abbiamo sviluppato con forza le competenze educative per fare dei caregiver degli attori di riferimento fondamentali, lontano da noi quindi il pensiero che una riforma – necessaria per affrontare la problematica in oggetto – passi solo per la sostituzione e la presenza sanitaria continua in loco. Ma un conto è educare le persone per problematiche contingenti su cui effettuare supervisione e certificazione delle attività attribuibili, un conto è – come da lei proposto – fare corsi di formazione che tendono a generare e trasferire, abbandonando ogni possibilità di governo, abilità a personale non sanitario con un ottica di abilitazione permanente.
Stupisce infine di poter liquidare un problema così complesso con un banale accordo che deleghi alle ASL il da farsi.
Assessore: lei ha il potere ed il dovere di implementare delle figure di riferimento strutturate come l’infermiere di famiglia e di comunità e dei modelli assistenziali che vadano in tal senso. Si era ripromessa di fungere da garante per omogeneizzare attraverso linee guida condivise anche con i Collegi della Toscana le modalità organizzative e professionali sulla regione Toscana.
Prendiamo atto che questo non è stato fatto ancora una volta.
La partita dell’infermieristica negli istituti scolastici è un percorso che rivendichiamo con forza perchè ci sta a cuore la salute dei nostri assistiti e perchè crediamo nel valore fondamentale che possiamo apportare in questo ambito.
Aspettiamo una sua convocazione urgente e tardiva sul tema.
Ancora una volta i professionisti responsabili della somministrazione di farmaci per eccellenza sono stati completamente scavalcati ed accantonati.
Speriamo che l’intervento tempestivo dei collegi provinciali Ipasvi toscani possa scongiurare il pericolo di avere insegnanti o altro personale scolastico, responsabili della somministrazione di farmaci o di fantomatiche autosomministrazioni da parte di bambini in tenera età.
Simone Gussoni
Fonti: ilgiunco.it
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