Il bilancio della valanga che ha distrutto l’hotel Rigopiano, alle pendici del Gran Sasso, ad ora è di 5 morti, 11 salvati, 23 dispersi. Tra questi ultimi c’è anche lei… Valentina, infermiera presso il Policlinico Gemelli di Roma.
Con l’estrazione degli ultimi 4 sopravvissuti (Francesca Bronzi, Giorgia Galassi, Vincenzo Forti e Giampaolo Matrone) avvenuta nella notte tra venerdì e sabato, il bilancio provvisorio della catastrofe che ha colpito l’hotel Rigopiano (VEDI articolo) è di 11 persone salvate, 5 morti (il maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D’Angelo, gli ospiti Nadia Acconciamessa, Sebastiano Di Carlo e Barbara Nobilio) e 23 dispersi.
C’è ancora speranza, anche se quelle flebili voci che provavano a gridare aiuto, da tante (troppe) ore non si sentono più. Perché come sottolineato dal viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, “Ieri, pur in assenza di segnali, sono state trovate persone. E il fatto che non ci siano rumori non significa alcunché, perché le squadre di soccorso hanno raccontato di aver rotto delle murature che impedivano l’accesso. La cosa fondamentale è continuare a scavare”.
Sotto quell’enorme massa di neve, detriti e alberi sradicati c’è anche lei… Valentina, collega infermiera che vive a Monterotondo (Roma) e che lavora al Policlinico Gemelli. Suo marito, il pasticcere Giampaolo Matrone, è stato individuato vivo ieri sera dai soccorritori ed è stato estratto. Ha una ferita al braccio, ma sta bene. Lei però è ancora lì, chissà dove, inghiottita da quel gelido inferno.
“Le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando”, avrebbe raccontato ad un soccorritore, che ha riportato poi le sue parole.
“Nevica poco”… è con questa frase scherzosa che i due avevano postato sui social una foto scattata dall’Hotel, durante la colossale nevicata che, il giorno di martedì, ha preceduto la valanga. Si vede una bufera in atto… qualche cumulo bianco… e alberi sfiniti dal peso della neve.
Intanto il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque e, purtroppo, non è affatto escluso che l’intera slavina che ha cancellato il Rigopiano possa rimettersi in movimento. Eppure, tra mille difficoltà e senza sosta, i soccorritori continuano a cercare i 23 dispersi: “Procediamo a zone, non andiamo avanti a caso. Ma non sempre è semplice capire dove erano le cose e le persone, perché c’è stata una rotazione dell’intera struttura”.
Forza, eroi silenziosi. Siamo tutti con voi.
Fonti: Il Messaggero, Corriere della Sera, La Stampa
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