La Procura sta indagando su un fatto molto strano, avvenuto all’ospedale di Cassino…
“Mi hanno detto che era morto. Lo hanno lasciato solo, su un lettino, zuppo di sangue. Erano le 2.40 della notte del 27 novembre quando mi hanno comunicato il decesso. In realtà, come si evince dai tracciati registrati dal macchinario a cui era attaccato mio marito, alle 3.40 ancora c’era un’attività cardiaca. Poteva essere salvato? È quello che voglio sapere e per questo mi sono affidata nelle mani della giustizia. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare”.
Sono state queste le parole della signora Viorica Morra, vedova del 60enne Alfonso Morra, che ha presentato in Procura una denuncia secondo cui, oltre a diverse anomalie negli interventi del personale dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino; i sanitari le avrebbero comunicato la morte del coniuge un’ora e venti minuti prima del suo reale decesso.
Le accuse rivolte ai medici e agli infermieri, iscritti nel registro degli indagati della procura, sono molto gravi: la donna ha infatti affermato che suo marito sarebbe stato lasciato totalmente solo e dato per morto, quando in realtà era ancora vivo, agonizzante e le apparecchiature continuavano a registrare attività cardiaca.
Il 60enne era ricoverato per una febbre elevata a causa di una importante infezione alla vie urinarie.
Sarà compito della Procura, adesso, che ha ricevuto anche l’ok dai familiari per la riesumazione della salma, effettuare tutte le verifiche del caso per confermare o confutare le affermazioni della signora.
E per stabilire se, in quegli 80 minuti, grazie a tempestive manovre rianimatorie, il 60enne avrebbe potuto essere salvato.
Fonte: Il Giornale, TG24.info
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