Il sistema sanitario italiano, sembra abbia trovato il suo modo per reggere in una sorta di “servitù della gleba”
Nel 300 d.c. l’imperatore Diocleziano creò la norma (il colonato) meglio conosciuta come “servitù della gleba”.
Si trattava dell’indissolubile vincolo che legava i contadini ad un dato terreno.
Oggi la gestione del SSN è saldamente in mano alla classe medica che gode di condizioni non permesse a tutti gli altri professionisti della sanità: vedi intramoenia, per non parlare della dirigenza per tutti, anche per chi non dirige neanche se stesso.
Gli infermieri, i moderni servi della gleba, sono e devono rimanere relegati nel comparto; devono stare fuori dai posti che contano, ed ogni qualvolta osano mettere un piede in avanti si innescano tutte le reazioni da parte di chi gestisce la sanità in modo da non permettere fughe in avanti.
Lo dimostra anche il linguaggio usato “i medici non vogliono” come fosse loro diritto concedere ad altri.
Una delle ultime vicende, mi riferisco all’interpello avanzato dalla consigliera della Regione Puglia (VEDI), dimostra, semmai ce ne fosse necessità, della bontà di quanto qui affermato.
Perché un conto è chiedere informazioni sulle modalità e sui criteri di assegnazione di un dato incarico, nel rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e trasparenza a cui tutta la pubblica amministrazione dovrebbe attenersi; altra questione è considerare inferiore una categoria.
Mi spiego meglio, quando si scrive “l’incarico di direttore è un incarico importante perciò deve essere svolto da un dirigente medico”, a mio parere si intende dire esplicitamente che, in quanto medico, superiore o più adatto a svolgere un incarico importante.
Quante volte abbiamo letto di paventati rischi per la popolazione qualora alcune competenze specialistiche vengano svolte dagli Infermieri???
La verità è che la classe medica vuole in mano la gestione della sanità e non vuole mollare l’osso..
Non ultime sono le prassi Aziendali.
Per esempio in tutti i reparti o quasi, esiste la stanza dei medici con tanto di letto e televisione, ovviamente illegale perché nessuno è pagato per dormire, ma tutto perfettamente tollerato, anzi considerato normale; mentre gli infermieri spesso non hanno neanche una poltrona per distendere i piedi dopo una notte in corsia…
La stragrande maggioranza delle risorse economiche è assorbita dai medici; lo scotto che devono pagare gli infermieri è il demansionamento, perché la legalizzazione del sistema, comporterebbe l’assegnazione in tutti i turni, notte e giorno, di personale di supporto (OSS), con costi non indifferenti per il sistema.
Il contratto di esclusività per gli infermieri è a costo zero, mentre per i medici è profumatamente pagato…
Insomma un trattamento completamente diverso, basta notare anche la corrispondenza; quando è rivolta ai medici “i signori medici sono pregati ecc. ecc.”, mentre quando si rivolge agli Infermieri, “gli infermieri devono, pena sanzione disciplinare e.c.c.” .
Da Diocleziano ad oggi, non esistono più per fortuna gli schiavi, ma il concetto non è cambiato. Il destino degli Infermieri è in mano agli stessi Infermieri, se e quando prenderanno coscienza di tutto ciò.
Matteo Giuseppe Incaviglia
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