Monito della presidente della Federazione Nazionale collegi Ipasvi, dott.ssa Barbara Mangiacavalli che detta l’agenda di governo, con le priorità e le aspettative della comunità infermieristica
Introduzione di Giuseppe Papagni
Una serie di priorità poste dalla presidente Mangiacavalli che questa redazione condivide in pieno.
Dal Ddl Lorenzin per la trasformazione dei collegi in ordine, al coinvolgimento degli infermieri nella legge sul biotestamento.
Dall’equo compenso in cui si chiede di inserire la professione infermieristica per istituire una tariffa minima e fermare il mercato di intermediazione che grava pesantemente sui giovani laureati; al contratto con l’affermazione delle competenze proprie delle posizioni di “professionista specialista” e di “professionista esperto” delle professioni sanitarie infermieristica.
Dalla nuova legge sulla responsabilità professionale, all’attivazione di un Osservatorio civico con Cittadinanzattiva.
“La trasformazione dei Collegi in Ordini – afferma la presidente Ipasvi – è alla ribalta del dibattito parlamentare ormai da oltre dieci anni. Si acceleri l’iter perché possa davvero giungere a conclusione subito a inizio autunno. Anche perché si possa, aumentando le potenzialità con la costituzione degli ordini, affrontare con la massima decisione e trasparenza problemi come ad esempio quello dell’abusivismo in cui gli infermieri sono la professione più coinvolta, dati anche i loro numeri che fanno ipotizzare almeno 5.500 abusivi, su cui si deve tirare il freno e, oltre a effettuare controlli più serrati, devono anche poter denunciare chi abusa della nostra professione. Chiediamo sblocchi del turn over e assunzioni, abbiamo circa 16mila infermieri disoccupati e non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo accettare che posti possibili siano occupati da chi infermiere non è.
La Federazione in questo senso ha sempre sollecitato le autorità competenti, ma probabilmente è il caso di intensificare l’azione contro l’abusivismo dilagante”
Poi il biotestamento per il quale “abbiamo sottolineato la necessità che gli infermieri vengano coinvolti maggiormente per il loro ruolo di vicinanza coi pazienti nei momenti più difficili” e anche il Ddl sull’equo compenso “in cui abbiamo chiesto di inserire la professione infermieristica per fermare grazie alla tariffa minima quel mercato di intermediari che, non essendo gestiti e costituiti da soggetti che esercitano la professione, ragionano in un’ottica di mero profitto, adottando strategie che contribuiscono alla dequalificazione della professione infermieristica: l’abolizione delle tariffe minime professionali, con la complicità della crisi economica, ha senz’altro agevolato negli ultimi anni la contrattazione dei compensi al ribasso, determinando una sensibile diminuzione dei redditi professionali”.
C’è un altro tassello fondamentale che, a prescindere dal semestre bianco, può e deve essere messo al suo posto: il contratto.
Si conferma la nascita del professionista specialista “nella contrattazione – spiega Mangiacavalli – c’è una previsione fondamentale per gli infermieri e per le professioni sanitarie: e il contratto descriverà, analogamente a quanto già fatto per l’insieme dei profili, le declaratorie delle competenze proprie delle posizioni di “professionista specialista” e di “professionista esperto” delle professioni sanitarie infermieristica – ostetrica, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, nel rispetto di quanto previsto dal profilo professionale, dal percorso formativo e dal codice deontologico, salvaguardando le specifiche competenze professionali degli altri professionisti”.
Un altro momento essenziale da analizzare per trovare le giuste collocazioni degli infermieri è quello della partecipazione alla nuova legge sulla responsabilità professionale.
“Le associazioni infermieristiche – afferma la presidente Ipasvi – devono fare quadrato per garantire i requisiti previsti dall’ultimo decreto attuativo firmato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin: il decreto che istituisce e regolamenta l’elenco delle società scientifiche e delle associazioni tecnico scientifiche delle professioni sanitarie, che avranno il compito di elaborare le linee guida cui gli esercenti le professioni sanitarie si devono attenere nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie. Gli infermieri devono esserci con le loro associazioni. Devono avere un ruolo di primo piano nella definizione di quelle linee guida che saranno poi l’ago della bilancia della responsabilità professionale di tutti i nostri professionisti. C’è un canale aperto tra Federazione, ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità perché alle linee guida gli infermieri devono partecipare. Ma una cosa deve essere chiara e soprattutto deve rappresentare il faro che illumina la professione: tutto questo si fa in funzione dei bisogni dei pazienti e con loro e per loro si devono analizzare le strade della crescita e del continuo miglioramento”.
Infine un annuncio: “Abbiamo attivato e lo presenteremo a settembre in via ufficiale – dichiara – anche un Osservatorio civico con Cittadinanzattiva. Gli Osservatori civici di Cittadinanzattiva hanno il significato di vedere con gli occhi delle persone le situazioni che caratterizzano i loro bisogni – in questo caso di salute e legati alla professione infermieristica – per promuovere politiche sanitarie che garantiscano equità di accesso, qualità e tutela dei diritti dei cittadini. E la , ha questo come scopo: il rapporto coi pazienti. È per noi – conclude – un elemento valoriale importante della professione e del suo ‘patto col cittadino’ che da anni la caratterizza”.
Consulta istituita dalla Federazione con le associazioni dei malati e dei cittadini.
Allegato
Editoriale della presidente Barbara Mangiacavalli
Lascia un commento