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Test di ammissione sospetti, i Carabinieri irrompono in aula: un candidato aveva le risposte

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Test di ammissione sospetti. Soldi in cambio di risposte: indagati impiegati e sorveglianti alle prove
I candidati al test d'ammissione (Foto Omniroma)
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Un’ennesimo presunto scandalo ha coinvolto un’università italiana. La procura starebbe infatti indagando sulla regolarità degli esami di ammissioni che si sono svolti presso la facoltà di Medicina dell’Università Federico II di  Napoli

Secondo i sospetti, sarebbe stato possibile acquistare le risposte corrette per garantirsi l’accesso al tanto ambito corso di laurea a numero chiuso. Soldi in cambio di un algoritmo contenente la sequenza numerica delle risposte corrette. In questo modo un candidato avrebbe potuto semplicemente annerire le caselle nell’ordine indicato dal documento comprato senza nemmeno dover leggere le domande.

Sono oltre 6400 i candidati che si sono presentati per i test di ammissione in Campania. La pista più battuta sarebbe quella delle mazzette in cambio delle risposte. Il reato ipotizzato sarebbe quello di corruzione.

La Polizia ha effettuato una serie di perquisizioni e sequestri.

Risultano attualmente indagati Tiziana Bellardino, un’impiegata della Federico II, e suo marito. La donna lavora come assistente ad una delle biblioteche cittadine e vanta riconoscimenti umani e professionali da parte di colleghi e superiori.

Nel giorno delle prove selettive, Tiziana Bellardino svolgeva il ruolo di sorvegliante alle prove, una sorta di vigilanza interna, insime ad altri colleghi. Anche il marito Ciro Palumbo, ex impiegato della Federico II, è stato coinvolto.

Già attenzionati dalle forze dell’ordine, sono stati entrambi perquisiti il giorno del test, per rinvenire le prove necessarie ad avviare l’inchiesta.

Occorre specificare come si tratti di verifiche che vanno considerate come un mezzo di ricerca della verità e non come sentenze di colpevolezza. Sotto inchiesta sono finiti anche due esponenti delle forze dell’ordine, genitori di due aspiranti studenti universitari.

L’inchiesta è condotta dal pm Ida Frongillo, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione. Proprio nel giorno della prova ammissiva, dopo aver avvisato i presidenti di commissione, sono state condotte perquisizioni sui candidati che hanno permesso ai militari di rinvenire l’algoritmo sospetto in possesso di un candidato.

Le indagini sono ancora agli albori ed occorre verificare se quanto rinvenuto corrisponda effettivamente alla sequenza di risposte corrette.

L’obiettivo del magistrato è capire a che titolo il candidato custodisse quei dati.
La Procura ha anche disposto una consulenza su smartphone e computer sequestrati in questi giorni ai due coniugi e agli altri indagati, per verificare se ci siano state comunicazioni degne di nota dal punto di vista investigativo.

Nelle giornate che hanno preceduto il test di accesso, è stata riscontrata una certa fibrillazione all’interno di chiamate e messaggi da parte di alcuni soggetti che avevano i telefoni sotto controllo rendendo necessario un intervento a sorpresa da parte della polizia giudiziaria al servizio della Procura.

Frasi allusive riferite ad accordi, ed una data comune: il 5 settembre 2017. È ora necessario attendere l’analisi del materiale sequestrato.

Secondo gli avvocati degli indagati, dagli accertamenti in corso non potrà che emergere l’inconsistenza dell’accusa di corruzione. Difesa dal penalista Alfonso Furgiuele, Tiziana Bellardino si dichiara convinta di riuscire a dimostrare come la sua condotta sia stata assolutamente esemplare e come fosse completamente estranea alle ipotesi di accusa. Anche Palumbo, rappresentata dal penalista Valerio De Martino, si dichiara assolutamente estranea alla vicenda.

Ma perché la Procura di Napoli ha posto l’attenzione sul test di accesso a medicina?

I PM partenopei starebbero scavando da mesi nella sanità campana, compiendo perquisizioni mirate e arresti. Intercettazioni, analisi dei documenti acquisiti e testimonianze incrociate hanno permesso di giungere all’ipotesi che ha fatto nascere le indagini.

Simone Gussoni

Fonte: Il Mattino

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