L’ipotesi della J-Curve rappresenta una delle questioni più dibattute nel recente, ma anche attuale, trattamento dell’ipertensione arteriosa
I.M. Stewart, in un articolo pubblicato nel 1979 su Lancet, propose l’esistenza di una relazione tra la riduzione dei valori pressori e l’infarto miocardico in pazienti con ipertensione grave in trattamento.
Nella ricerca esposta di seguito invece, gli studiosi dell’American Heart Association, hanno ipotizzato una correlazione tra farmaci utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa sistolica ed un aumentato rischio cardiovascolare.
Background
Valori inferiori alla media di pressione sanguigna arteriosa sarebbero associati ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, causando un incremento del cosiddetto fenomeno della Curva J. I ricercatori hanno ipotizzato un’associazione tra trattamenti farmacologici per l’ipotensione arteriosa, eventi cardiovascolari e tutte le altre cause di morte in pazienti randomizzati con differenti target pressori sistolici.
Che cosa è la Curva J?
Il concetto dell’effetto della Curva J è stato per lungo tempo dibattuto e sottoposto ad innumerevoli revisioni attraverso lo sviluppo di differenti scuole di pensiero. La Curva J descrive una relazione inversa tra la bassa pressione arteriosa e le complicazioni cardiovascolari.
Considerando che la perfusione coronarica avviene per lo più in diastole è evidente che la pressione diastolica sia maggiormente coinvolta in questo fenomeno, in particolare quando i valori di PA diastolica sono inferiori a 80 mmHg
Gli studiosi hanno ricercato una correlazione tra bassi valori di pressione arteriosa sistolica ed un aumentato rischio di incidente cardiovascolare dovuto ad un incremento dell’effetto J-Curve e tutte le cause di mortalità nei pazienti, randomizzati per diversi target pressori sistolici.
È stata valutata l’associazione tra pazienti sottoposti a trattamento farmacologico per l’ipertensione, eventi cardiovascolari, e altre cause di mortalità in pazienti randomizzati
Metodologia
I dati ottenuti da due ampi studi randomizzati hanno permesso di classificare pazienti ad elevato rischio per patologia cardiovascolare suddividendoli in un gruppo che avrebbe ricevuto un trattamento intensivo ed uno sottoposto a trattamento convenzionale.
Utilizzando la spline cubica naturale, è stato tracciato il rapporto di rischio per ogni causa di mortalità ed evento cardiovascolare per tipologia di trattamento.
Risultati
I dati raggruppati hanno preso in considerazione 194.875 misurazioni della pressione arteriosa in 13.946 pazienti. Durante la fase di follow up (mediamente della durata di 3 anni e 4 mesi), 1014 pazienti (7.3%) hanno manifestato un evento cardiovascolare e 502 pazienti (3,7%) sono deceduti.
In entrambi i gruppi, i target pressori e la forma della Curva J erano identici, con un nadir per eventi cardiovascolari e altre cause di mortalità leggermente inferiore al target pressorio.
Conclusioni
L’assunzione di farmaci per il trattamento dell’ipertensione arteriosa sarebbe associata ad un incrementato numero di eventi cardiovascolari ed altre patologie che hanno procurato la morte del paziente. Questa associazione sarebbe indipendente dal livello dei valori pressori ottenuti poiché la J-Curve sarebbe allineata con il target pressorio sistolico.
I risultati ricavati dai ricercatori suggeriscono che benefici e rischi associati ad un trattamento intensivo dell’ipotensione arteriosa possono essere analizzati solamente attraverso trials clinici randomizzati.
Simone Gussoni
Fonte: J Curve in Patients Randomly Assigned to Different Systolic Blood Pressure Targets
An Experimental Approach to an Observational Paradigm
Deborah N. Kalkman, Tom F. Brouwer, Jim T. Vehmeijer, Wouter R. Berger, Reinoud E. Knops, Robbert J. de Winter, Ron J. Peters, Bert-Jan H. van den Born
https://doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.117.030342
Lascia un commento