L’Inail ha reso disponibili i dati in materia di sicurezza dei professionisti sanitari italiani.
La pubblicazione, curata dalla direzione regionale della Regione Toscana, rientra nella collana “Salute e Sicurezza”. Il lavoro intitolato Carichi di lavoro e sicurezza degli operatori sanitari – Benessere di medici e infermieri, performance e conseguenze sulla sicurezza dei pazienti espone i risultati ricavati grazie da un progetto che ha coinvolto oltre 600 operatori di sei diverse aziende sanitarie e ospedaliere universitarie della regione.
Nel corso della ricerca sono stati studiati i fattori relativi ai volumi di attività e all’organizzazione del lavoro e le relative ricadute sul benessere degli operatori, sull’incidenza delle tecnopatie, sulla frequenza di eventi avversi, sulla qualità dell’assistenza e sull’efficienza anche economica del sistema sanitario in generale. Lo studio è stato condotto nel corso degli anni dal Centro gestione rischio clinico e sicurezza del paziente della Regione Toscana, sulla rete di Clinical Risk Manager e di Facilitatori per il Rischio Clinico, che negli anni è stata costituita nelle aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie toscane.
Le informazioni riguardanti i carichi di lavoro, il tempo effettivamente dedicato a ogni paziente e l’impatto che il lavoro avrebbe sulla salute degli operatori sono state raccolte direttamente dai professionisti sanitari. Fattori quali il tempo per il paperwork, il problema degli orari lavorativi e la ridotta dotazione di personale addetto sono stati solo alcuni dei fattori utilizzati come punto di riferimento per delineare le minacce alla qualità dell’assistenza erogata e alla sicurezza del paziente.
I risultati della ricerca
I medici e gli infermieri dei sei reparti di chirurgia coinvolti riferiscono di percepire una buona capacità lavorativa e un buon coinvolgimento. I risultati positivi emersi tendono però a diminuire con l’aumentare dell’anzianità lavorativa nel contesto analizzato. Non sarebbero direttamente correlati all’età anagrafica e al genere. Gli infermieri manifestano un vigore inferiore sia rispetto agli Oss che ai medici, mentre la dedizione è generalmente molto alta per tutti. Tre operatori su quattro riferiscono di essere affetti da almeno una patologia lavoro-correlata. Al primo posto i disturbi muscolo-scheletrici, seguiti da malattie della pelle e da problemi gastro-intestinali.
Il 60% della attività cliniche e assistenziali viene svolto in multitasking. Nel 15% dei casi per gli infermieri e nel 24% dei casi per i medici vengono interrotte da fattori esterni. Pertanto gli operatori sarebbero esposti a un impegno cognitivo che supera lungamente le ore effettivamente svolte. Difatti le frequenti interruzioni, in una organizzazione ad alta intensità di relazione come quella sanitaria, arrivano a essere in media sei all’ora per ogni medico.
Un aspetto fondamentale del lavoro in sanità resta la comunicazione. Essa rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare la sicurezza. Occorrono precise modalità perché ciò possa avvenire. Circa un quarto delle attività mediche e infermieristiche è infatti dedicato alla documentazione, per un 15% di tipo meramente burocratico.
Simone Gussoni
Fonte: INAIL
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