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Regno Unito, emorragia di infermieri dall’NHS

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In molti si sono già recati all’estero o pianificano di farlo, ma anche il settore privato risulta essere particolarmente attrattivo.

Ne ha scritto oggi anche la BBC, perché i numeri iniziano a essere davvero importanti: 33mila solo lo scorso anno, con un tasso di crescita del 20% dal 2012-2013; 3mila in più dei nuovi iscritti; il 10% della forza lavoro totale impiegata nel settore pubblico; la metà ha meno di 40 anni.

Sono le cifre dell’ emorragia di infermieri dall’NHS, rivelate dall’organismo NHS Digital alla televisione pubblica del Regno Unito. La fuga accomuna infermieri britannici, extracomunitari e, di recente, anche comunitari, per effetto dell’ostacolo posto dalla certificazione linguistica e dai timori della Brexit.

I Trust stanno provando da tempo a correre ai ripari, studiando strategie di retention, ovvero di trattenimento del dipendente, che vanno da mobilità più snelle tra i vari ospedali e reparti, a programmi di mentoring, cioè di supporto, per i neolaureati, fino a colloqui motivazionali per gli infermieri “itchy feet”, (letteralmente: con i piedi pruriginosi), cioè in procinto di lasciare. Ma dove vanno gli infermieri che abbandonano? In molti si sono già recati all’estero o pianificano di farlo, ma anche il settore privato risulta essere particolarmente attrattivo.

Nonostante le preoccupazioni manifestate dal principale sindacato inglese, l’RCN, e dalla chief nurse dell’NHS England, Jane Cummings, i portavoce del ministero della Salute britannico continuano a sostenere che il numero degli infermieri nei reparti è cresciuto di 11.700 unità. Tuttavia la cifra si riferisce, con buona probabilità, solo agli infermieri assunti nelle strutture ospedaliere, mentre la forza lavoro infermieristica globale è aumentata solo del 3%, a fronte di una popolazione che, secondo l’istituto nazionale di statistica, è cresciuta del 5% .

Una popolazione che continua a invecchiare, causando un incremento delle patologie cronico-degenerative legate all’anzianità, ma soprattutto un afflusso nei dipartimenti di Emergenza-Urgenza che ha visto crescite comprese tra il 10% e il 20% negli ultimi sette anni, ovvero da quando i Tories del primo ministro Theresa May sono saliti al governo.

Luigi D’Onofrio

 

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