Il riavvio del tavolo sindacale all’Aran raffredda la vertenza, ma non blocca lo stato di agitazione. Decisivo l’incontro del 1° marzo, che dovrebbe stabilire la reale entità del monte salari.
“Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria prendono atto dell’avvio del confronto all’Aran per il rinnovo del contratto di lavoro 2016-2018, che oggi ha ufficialmente tagliato i nastri di partenza. Il calendario dei prossimi incontri, ravvicinati nel tempo a partire dalla convocazione per il prossimo 1° marzo, e la dichiarata disponibilità dell’Aran a proseguire un percorso da condividere, ci inducono a raffreddare per il momento la vertenza che ci ha visti impegnati per un intero anno fino a oggi”. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Intersindacale della dirigenza medica e sanitaria.
“In attesa di risposte precise e responsabili alle domande poste oggi – prosegue la nota – auspichiamo una stagione costruttiva, finalizzata a recuperare quanto è stato perso in termini di retribuzioni stipendiali e condizioni di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari, oggi peggiorate al punto da costituire un fattore limitante per l’accesso alle cure per i cittadini. Nel contempo le organizzazioni sindacali chiedono alle Regioni di fare la loro parte in merito a contenuti e tempi della contrattazione”.
Col riavvio del tavolo sindacale, dunque, lo sciopero dei medici è da ritenersi sospeso, come annuncia l’Intersindacale nella stessa nota: “A fronte di queste considerazioni, le organizzazioni sindacali sospendono la giornata di sciopero nazionale indetta per il 23 febbraio, mantenendo comunque lo stato di agitazione e riservandosi, già a seguito dell’incontro del 1° marzo, di fissare una nuova data nel caso in cui tempi e contenuti della trattativa fossero insoddisfacenti”.
Per Beatrice Lorenzin, che ha commentato su Twitter, la revoca dello sciopero “è buona notizia, che mi rende felice”. Il ministro della Salute, tuttavia, invita le parti a stringere i tempi: “Serve restituire dignità a lavoratori e lavoratrici. Ora è importante raggiungere un accordo per il rinnovo dei contratti prima possibile. I lavoratori della sanità hanno visto per troppo tempo i loro contratti bloccati”. E auspica una ripresa futura degli investimenti sulla sanità pubblica: “5 miliardi di euro in più nei prossimi 5 anni a sostegno del nostro Sistema sanitario: la salute è una priorità, non dobbiamo dimenticarlo”.
Sull’argomento è intervenuto anche Guido Quici, presidente del sindacato Cimo: “L’incontro finalizzato alla revoca dello sciopero è da considerarsi preliminare rispetto al nuovo incontro del 1° marzo, nel corso del quale si dovrebbe conoscere la reale entità del monte salari, propedeutico alla definizione della parte economica del rinnovo del Ccnl. Per quanto riguarda la parte giuridica, la stessa avrà un iter particolarmente lungo, legato all’accorpamento delle aree 3 e 4 e alla sostanziale rivoluzione in termini di organizzazione del lavoro rispetto a un contratto siglato nove anni fa”.
Il sindacato dei medici sottolinea inoltre “il risparmio da parte delle Regioni di circa 2,5 mld di euro su tutto il personale della sanità dal 2010 al 2016 e una riduzione procapite di circa 250 euro/mese rispetto ai fondi accessori, sempre nello stesso periodo di riferimento, ragion per cui l’accordo contrattuale con i confederali di 85 euro rappresenta davvero un obolo che mette sullo stesso piano un neurochirurgo con un qualsiasi livello base dell’area non dirigenziale”. E conclude: “Si attende, quindi, di conoscere l’atto di indirizzo per le successive valutazioni e azioni di merito”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.sanita24.ilsole24ore.com
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