Undici società scientifiche hanno firmato un documento per evidenziare l’importanza della prevenzione cardiovascolare.
Tra i diversi effetti benefici e preventivi dei vaccini si riscontra anche un’attività protettiva a livello del cuore, specie nelle categorie a rischio come bambini e anziani. Questo è quanto emerge dagli interventi di diversi cardiologi in occasione del Congresso nazionale della Società italiana di prevenzione cardiovascolare (Siprec).
Sono 11 le società scientifiche che hanno firmato il primo documento di Consenso e Raccomandazioni per la Prevenzione Cardiovascolare in Italia: Società italiana di Medicina interna, Società italiana di Diabetologia, Società italiana dell’ipertensione arteriosa, Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi, Società italiana di Farmacologia, Consiglio nazionale delle ricerche, Federazione medico sportiva italiana, Gruppo italiano di Cardiologia riabilitativa, Società di Igiene e medicina preventiva. L’obiettivo del documento è quello di evidenziare l’importanza della prevenzione, al fine di ridurre l’elevato numero di decessi e disabilità correlati a infarti e ictus.
Massimo Volpe, presidente Siprec, spiega come alcune malattie di carattere infettivo e prevenibili attraverso i vaccini possano avere ripercussioni anche gravi a livello cardiaco. Il morbillo, per esempio, può causare miocardite e complicanze legate a forme fulminanti. La difterite, invece, può provocare blocchi cardiaci, specie nei bambini. Quest’ultima possibilità è stata eliminata proprio grazie alla copertura vaccinale obbligatoria. L’esperto conclude sottolineando la fondamentale importanza dei vaccini e spiegando che tali effetti protettivi riguardano anche altre categorie a rischio come gli anziani.
Non resta che augurarsi che la firma di tale documento rappresenti un ulteriore passo verso la prevenzione di tali patologie, considerando gli allarmanti dati in merito alla loro incidenza e mortalità. Nel 2014, infatti, si sono verificati 220.200 decessi per malattie del sistema cardiocircolatorio, 69.653 legate a infarti e sindromi coronariche acute, 57.230 legate a ictus cerebrali.
Nicolò Roberi
Fonte: Ansa
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