NExT (Nurse EXperimental Thesis) è il progetto editoriale targato Nurse Times rivolto a tutti gli studenti in Infermieristica e neo laureati che raggiungono un obiettivo importante.
Giunge al nostro indirizzo mail ([email protected]) il lavoro di tesi della dott.ssa Roberta Esposito.
Il titolo “Prevenzione, trattamento e monitoraggio dello stravaso nel paziente sottoposto a terapia antiblastica: ruolo dell’infermiere”, dissertata presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
…di Roberta Esposito
Il cancro è una delle malattie a più ampia diffusione e rappresenta una delle principali cause di morte nel mondo nonostante i significativi progressi scientifici in ambito oncologico, che hanno sicuramente determinato un netto miglioramento degli approcci terapeutici e della sopravvivenza dei pazienti.
Qualunque sia la diagnosi e la risposta alla terapia, non esiste u n cancro di scarsa rilevanza; di fatto questo rappresenta da sempre per il paziente e per la famiglia, una prova esistenziale sconvolgente che chiama in causa tutti gli aspetti della vita: il rapporto con il proprio corpo, il significato dato alla sofferenza, alla malattia, alla morte, così come alle relazioni sociali e professionali.
Il trattamento a cui può essere sottoposto il paziente oncologico si basa su terapie diverse, ovviamente personalizzate, le quali dipendono dallo stadio in cui viene identificata la neoplasia:
- la terapia biologica detta anche “target therapy” (ovvero terapia bersaglio), è rivolta contro i meccanismi che controllano la crescita e la diffusione del cancro (bersagli molecolari).
Possono includere anticorpi monoclonali, inibitori di fattori di crescita o dei loro recettori, terapie genetiche.
I farmaci biologici agiscono in modo selettivo su recettori cellulari specifici influenzando il risultato terapeutico.
Risparmiando le cellule sane, questo tipo di trattamento favorisce un miglioramento della tollerabilità, a vantaggio del paziente e della sua qualità di vita;
- la radioterapia è un particolare tipo di terapia fisica che utilizza le radiazioni dirette contro la massa tumorale.
Queste agiscono danneggiando le cellule cancerose che in questo modo non riescono più a proliferare: il tumore così trattato non è più in grado di crescere e si riduce progressivamente;
- la chirurgia è indicata o per rimuovere tumori sufficientemente localizzati e in fase non troppo avanzata o per ridurre sintomi provocati dalla compressione degli organi circostanti e migliorare la qualità di vita del paziente, anche quando non è possibile l’ eradicazione completa del tumore;
- la terapia ormonale è volta a contrastare la crescita di tumori ormono – dipendenti come il tumore della prostata, dell’ovaio o della mammella;
- la chemioterapia prevede la somministrazione di uno o più farmaci che interferiscono con i meccanismi legati alla replicazione cellulare. Per ogni paziente, viene effettuato uno schema di trattamento farmacologico diviso in cicli, che prevede la somministrazione di farmaci sotto forma di diverse vie: via orale tramite compresse o capsule, via intramuscolare o sottocutanea, via intratecale, via endovenosa tramite accessi venosi centrali o periferici.
Nella somministrazione di farmaci antiblastici in cui viene sfruttata la via endovenosa, può presentarsi un evento avverso la cui entità può essere più o
meno grave: lo stravaso.
Con questo termine intendiamo la fuoriuscita accidentale di un farmaco antiblastico da un vaso, il quale può portarsi a livello del tessuto cutaneo o sottocutaneo.
La mia attenzione è ricaduta soprattutto sul ruolo chiave che l’infermiere svolge in merito a quest’evento, sulla prevenzione e il trattamento che ne derivano: non a caso la figura dell’infermiere che necessita di una sempre maggior preparazione e specializzazione con competenze specialistiche avanzate, sta assumendo un ruolo sempre più significativo, sia nel percorso terapeutico del paziente, sia nel miglioramento dell’efficienza del sistema delle cure.
Roberta Esposito
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