Questa domanda crea ansia e agitazione soprattutto per i neolaureati che appena finita l’università si trovano combattuti dalla domanda meglio pubblico o privato?
A tale domanda non esiste una risposta certa e sicura, i pensieri sono tanti e discordanti.
Molti medici degli ospedali pubblici in questa fase storica sembrano sentire il peso di una mole di lavoro cresciuta e la solitudine di chi deve dare prestazioni senza gratificazioni.
Non si spiegherebbero altrimenti i 50 camici usciti dagli ospedali veneti per andare a lavorare prevalentemente nel privato o in proprio… o dei 60 che nel 2017 hanno fatto lo stesso in Emilia Romagna.
Per quanto riguarda gli infermieri il lavoro nel privato oggi è meno sicuro di quello pubblico, che a sua volta offre molte garanzie in più, però soffre dell’assenza di controlli e di un assenteismo dilagante.
Dal punto di vista contrattuale ed economico le differenze sono molto lievi , in sostanza se analizziamo nei contratti diritti e doveri non cambia nulla ad eccezione di chi lavora con partita iva.
Negli ultimi anni si sta diffondendo notevolmente la figura del libero professionista che cresce non solo quotidianamente; ma anche nella diversa espressione di aggregazione interpersonale di strutturazione di nuovi servizi, di voglia di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Nell’attuale panorama sanitario, contrassegnato da difficoltà economiche, contenimento delle spese sanitarie, tagli e blocchi, il libero professionista è una risposta per i nuovi emergenti, inteso come un’opportunità e una sfida del lavoratore stesso.
La possibilità di esercitare la libera professione è diventata un’opportunità di lavoro cui spesso molti infermieri ricorrono costretti (discorso valido soprattutto per i neolaureati) o spontaneamente.
In genere gli infermieri neolaureati cercano un posto nel pubblico, dopo un po’ si guardano attorno per cercare un lavoro come libero professionista.
Solitamente chi lavora nel privato è chi ha esigenza economica eminente; il lavoro nel privato è appannaggio di chi ha molta fretta di trovare un posto di lavoro.
Lavorare in un pubblico o in un privato in fin dei conti non fa nessuna differenza; se non il fatto che spesso lavorare nel privato significa essere sottoposti a turni estenuanti che spesso ti fanno pensare di aver intrapreso una strada sbagliata.
Va aggiunto però che spesso il privato è quello che favorisce più probabilità di una occupazione stabile.
Purtroppo capita spesso che giovani professionisti dopo aver vissuto la gioia del primo posto di lavoro, rimangono delusi perchè vengono buttati fuori prima di terminare i fatidici 6 mesi di prova per svariati motivi.
Concludo dicendo che la differenza più eclatante è nella sicurezza del posto di lavoro, sicuramente nel pubblico ci sono meno possibilità di perderlo.
Quindi un vero in bocca al lupo a tutti gli infermieri alla ricerca della loro prima occupazione.
Sara De Pinto
Bibliografia/sitografia
doctor33.it
lavoroalfemminile.com
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