Con l’entrata in vigore della legge di riforma del sistema ordinistico professionale si stringe il cerchio sugli abusivi e su chi ne coordina l’attività.
Esercizio abusivo della professione, una piaga diffusa in tutto il mondo del lavoro. “In particolare nell’ambito sanitario, dove lo stato di necessità degli utenti li porta spesso a fidarsi di chiunque, senza mettere in pratica la buona abitudine di controllarne i requisiti professionali – spiega l’Opi Firenze-Pistoia –. Questo, oltre a comportare dei rischi per l’utente legati all’incompetenza di coloro che praticano abusivamente, determina un impoverimento dei valori di una professione per la quale lo Stato ha determinato requisiti di esercizio, delegando agli Ordini professionali il controllo e la disciplina”.
Lo scorso 15 gennaio, con l’entrata in vigore del provvedimento di Legge 3/2018, che riforma gli Ordini professionali, determinando anche la trasformazione da Collegi a Ordini, si è registrato un inasprimento nei confronti di chi pratica l’esercizio abusivo: l’articolo 12 del provvedimento, infatti, tratta espressamente delle sanzioni contro coloro che praticano un’attività che rientra nel profilo di una professione senza avere i titoli di studio abilitanti o l’iscrizione a relativo albo professionale.
Le pene sono severe: chi si spaccia per un professionista può essere punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con multa da 10mila a 50mila euro. I professionisti ritenuti colpevoli di aver coordinato l’attività delle persone che hanno commesso il reato rischiano la reclusione da uno a cinque anni e una multa da 15mila a 75mila euro. Di fatto, viene perseguito non solo chi esercita abusivamente ma anche chi determina che tale abusivismo abbia luogo, (organizzazioni pubbliche, private o associative). La normativa impone, inoltre, l’obbligo di segnalazione all’Ordine professionale o alle autorità dei casi di abusivismo riscontrati.
“Sulla scorta del provvedimento – spiegano dall’Opi Firenze-Pistoia –, la Fnopi ha diffuso una circolare diretta a tutti gli Ordini provinciali, anche su invito del Comando generale dei Nas, nella quale suggerisce di informare tutti gli enti pubblici e privati di ciascuna provincia sul vigente principio di obbligatorietà dell’iscrizione all’albo professionale. Di conseguenza l’Opi Firenze-Pistoia, da sempre attento a combattere il fenomeno dell’abusivismo, ha inviato a tutti i direttori generali e gestori delle strutture sul proprio territorio di competenza una nota a firma del presidente nella quale si rimarca il contenuto del provvedimento, con l’invito a vigilare sull’osservanza, da parte dei propri dipendenti, collaboratori e associati, del principio di obbligatorietà dell’iscrizione all’albo».
Redazione Nurse Times
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