Il trattamento, sfuggito di mano, portò alla morte del 45enne Andrea Soldi. L’accusa era di omicidio colposo per uno psichiatra e tre vigili urbani.
Quattro condanne per la morte di Andrea Soldi, il 45enne paziente schizofrenico deceduto nell’agosto del 2015 durante un tragico tentativo di trattamento sanitario obbligatorio. Il tribunale di Torino ha ritenuto colpevoli Manuel Vair, Stefano Del Monaco ed Enri Botturi, i tre agenti di polizia municipale che materialmente eseguirono il Tso, e il medico psichiatra Pier Carlo Della Porta, che aveva in cura Andrea, condannandoli alla pena di un anno e otto mesi di reclusione. Il pubblico ministero Lisa Bergamasco aveva chiesto per tutti e quattro gli imputati una pena di un anno e sei mesi di carcere.
Il giudice Federica Florio ha inoltre stabilito che il risarcimento del danno dovrà essere definito in sede civile, ma ha comunque disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 220 mila euro a favore del padre di Andrea, Renato, e di 75 mila a favore della sorella, Maria Cristina. Alla lettura della sentenza, tutti gli imputati, accusati di omicidio colposo, erano presenti in aula. Tra 60 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.
«Faremo ricorso in appello – ha affermato l’avvocato Stefano Castrale, difensore dei tre vigili urbani condannati, subito dopo la lettura in aula del dispositivo -. E siamo certi che la valutazione degli atti processuali da parte dei nuovi giudici porterà all’assoluzione dei nostri assistiti».
«Non era una questione di mesi o di anni di carcere. Era una questione di giustizia. Giustizia per la morte di mio fratello e per tutte le sofferenze che patì quel giorno», ha invece commentato Maria Cristina Soldi, sorella di Andrea, auspicando che, dopo questo processo, «cambi finalmente qualcosa nella disciplina dei trattamenti sanitari obbligatori e nel sostegno alle famiglie». Maria Cristina si è anche detta del parere che adesso i tre agenti della polizia municipale condannati debbano essere sospesi dal servizio.
Fonte: www.corriere.it
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