Sono sempre più frequenti le truffe a danno degli anziani da facinorosi che si fingono infermieri solamente per ingannare i più deboli.
L’Ordine provinciale degli infermieri di La Spezia ha lanciato un allarme per mettere in guardia la popolazione.
«E’ successo di recente. Alcuni pazienti, in carico al nostro servizio di cure domiciliari, sono stati contattati da sedicenti infermieri per fantomatici sopralluoghi. Gli interessati hanno subito fatto verifiche con la nostra sede. Abbiamo chiarito loro che gli appuntamenti dei nostri operatori sono stabiliti secondo piani precisi quindi quelle telefonate erano state fatte da impostori», ha spiegato Monica Ferrari, dirigente del servizio infermieristico di cure domiciliari dell’Asl5 della Spezia.
«Si tratta di stratagemmi utilizzati con persone fragili e in difficoltà che vanno perseguiti e prevenuti attraverso una campagna di informazione», prosegue Ferrari durante l’incontro nel quale hanno preso parte gli agenti della polizia di stato Nicoletta Bastianetto e Nicola D’Uso oltre a Gianmarco Medusei, assessore alla Sicurezza urbana del comune della Spezia.
«Le truffe ad anziani sono un problema grave – ha detto D’Uso -. L’attenzione deve essere sempre alta e in caso di dubbi su persone sconosciute o sospette che si introducano in un condominio o cerchino di farlo il consiglio è quello di avvertire la polizia».
Continua ancora D’Uso: «Le metodiche sono conosciute e consolidate. C’è chi cerca di entrare in casa attraverso un falso controllo di contatori o bollette. Ci sono poi anche i tentativi di truffa telefonica. In questo caso difendersi è più agevole, il consiglio è quello di non dare mai propri dati o formule di consenso a call center».
Durante l’appuntamento si è trattato anche l’annoso modo della sicurezza personale degli operatori sanitari quali medici e infermieri. Le ormai quotidiane aggressioni subite hanno spinto molti di loro a frequentare corsi di autodifesa.
«Il consiglio che si dà è quello di denunciare sempre ogni situazione critica – ha concluso D’Uso – gli operatori ospedalieri nell’esercizio della propria funzione sono pubblici ufficiali e quindi hanno il dovere di segnalare ogni atto di violenza».
Simone Gussoni
FONTE: Il Secolo XIX
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