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Regno Unito, il Servizio sanitario nazionale sempre più nella bufera

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Regno Unito, il Servizio sanitario nazionale sempre più nella bufera
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Theresa May ha riconosciuto che il National Heath Service non ha le risorse necessarie per fornire cure mediche nei tempi e nei modi dovuti.

Il primo ministro britannico Theresa May ha riconosciuto che il Servizio sanitario inglese non ha le risorse necessarie per fornire cure mediche nei tempi e nei modi dovuti. Per questo, durante il Consiglio dei ministri di venerdì scorso, ha detto al ministro del Tesoro di “trovare le risorse necessarie” perché il NHS ne ha un disperato bisogno.

May chiede un aumento del budget del NHS inglese di circa il 3% all’anno fino alla scadenza del mandato parlamentare, il che significa che la spesa del Governo passerà da circa 130 miliardi a 150 miliardi di sterline in quattro anni. Sebbene siano benvenute, le somme probabilmente non saranno sufficienti per tenere il passo con l’aumento dei costi dei farmaci e l’invecchiamento della popolazione, che ha esigenze sempre più complesse.

Non è un regalo di compleanno, anche se potrebbe apparire così perché il NHS compie 70 anni a luglio. Non è neanche un dividendo Brexit, perché finora i miglioramenti dell’uscita dall’Unione Europea non si vedono. La verità è che il NHS sta cadendo a pezzi davanti agli occhi delle persone. I medici di famiglia sono sempre più difficili da trovare. I pazienti siedono abitualmente per ore nei reparti di emergenza sovraffollati. Negli ospedali le operazioni vengono cancellate e rinviate nel tempo, sempre più spesso, a causa della mancanza di letti.

Jeremy Hunt, il ministro della Salute, da più di un anno sostiene la necessità di ulteriori risorse. May troverà il denaro perché l’insoddisfazione pubblica nei confronti del NHS è al suo massimo livello da un decennio. I Conservatori non hanno nessun altro da incolpare per questo spiacevole stato di cose, se non se stessi. I ministri conservatori hanno trascorso gli ultimi otto anni a dissanguare il Servizio sanitario con riforme impossibili e tagli di risorse. I responsabili delle politiche sanitarie dei Tories hanno creduto che il salasso potesse guarire i malati. Ha reso il paziente più debole e il sistema di protezione sociale ha ceduto: l’assistenza sociale offerta dalle autorità locali è stata decimata dall’austerità.

May non vuole essere ricordata come il primo ministro che ha sperperato i miglioramenti che erano stati raggiunti dal NHS. Nonostante la compressione del budget più lunga della sua storia, il NHS è stato giudicato l’anno scorso il migliore e più sicuro sistema sanitario di 11 nazioni sviluppate. Non sorprende, data l’austerità, che il Servizio sanitario nazionale fosse ritenuto meno costoso, rispetto ad altri servizi sanitari che si trovano in economie comparabili.

Ciò di cui il Servizio sanitario ha bisogno è una visione riformatrice che dimostri che la spesa sanitaria, per stare nella media dell’UE, non è un costo, ma un fattore di sviluppo dell’intero sistema. I politici britannici dovrebbero ascoltare di più ciò che ha detto Stephanie Kelton, un’economista americana, attualmente professore di politiche pubbliche ed economia alla Stony Brook University, capo economista del Comitato per il Bilancio del Senato degli Stati Uniti. In un seminario alla Camera dei Lord ha spiegato che era sbagliato per i politici sostenere che il Governo deve stare attentissimo al budget senza sforarlo.

I politici sono ossessionati dall’evitare un aumento del deficit, un impulso così radicato che la professoressa Kelton ha descritto il fenomeno come “quasi pavloviano”. Un’analisi della situazione economica del Regno Unito, ha proseguito, dice che occorre rifinanziare il NHS: la crescita è piatta, i salari reali sono stagnanti e c’è poca inflazione. Le famiglie indebitate del Regno Unito stanno sprofondando sempre più nel debito. Non è il momento di aumentare le tasse, né di tagliare la spesa pubblica per i settori fondamentali del welfare.

Il deficit del settore pubblico dovrebbe essere visto come uno strumento per sostenere l’economia, non un modo per provocare più crisi. Per pagare il Servizio sanitario nazionale, che è fondamentale per la prosperità a lungo termine, il Governo dovrebbe impegnarsi in una maggiore “spesa per ciò che la professoressa definisce il deficit keynesiano”: ciò contribuirebbe a mantenere non solo i cittadini più sani, ma accrescerebbe la ricchezza del Paese e darebbe slancio all’economia.

Fonte: www.quotidianosanita.it

 

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