Una proposta giunta da Marco Vecchietti, CEO e direttore generale di Rbm Assicurazione Salute potrebbe permettere di finanziare le cure per coloro che dispongono di redditi più bassi.
Un “voucher sanitario” potrebbe coprire la parte di prestazione sanitaria che, normalmente, sarebbe a carico del cittadino.
Secondo Vecchietti, infatti, questo sostegno specifico sarebbe un importante valore aggiunto fondamentale per ridurre le diseguaglianze sociali.
Come emerso da precedenti analisi, sempre più italiani sono costretti ad indebitarsi per pagare le cure private di cui hanno bisogno.
Per questo, secondo il dirigente, si potrebbe introdurre un “Reddito di Salute“, magari come componente strutturale del Reddito di Cittadinanza.
Il passo dalla teoria alla pratica sarebbe breve per il numero uno di Rbm Assicurazione Salute che spiega: “Lo Stato da tempo riconosce una meritorietà alla spesa privata dei cittadini in sanità”.
In quest’ottica una parte delle tasse pagate da tutti noi sono impiegate per riconoscere agevolazioni fiscali ai cittadini (circa 18 milioni di persone nel 2018) che dichiarano di aver effettuato cure private.
“Si tratta di un meccanismo costoso – continua Vecchietti – che genera oneri per la finanza pubblica di quasi 3,4 miliardi di Euro (Dati MEF 2016) e produce degli effetti decisamente negativi sia dal punto di vista redistributivo che sociale, amplificando anche il divario tra il Nord e il Mezzogiorno (solo il 20% delle detrazioni riguarda Sud e Isole)”.
E poi di questi giorni l’allarme dell’Istat sugli oltre cinque milioni di poveri nel nostro Paese. Proprio per questo, secondo Vecchietti, non si dovrebbe “lasciare i cittadini soli di fronte alla scelta tra pagare e curarsi“.
Simone Gussoni
Fonte: Il Giornale
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