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InfermieriMassimo Randolfi

Lettera dal PS di Forlì:”Utente medio incivile e maleducato con i sanitari”

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Lettera dal PS di Forlì:”Utente medio incivile e maleducato con i sanitari”
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Sempre più episodi di inciviltà si verificano quotidianamente nei Pronto Soccorso italiani. Ad essere aspramente criticati sarebbero i lunghi tempi di attesa che costringono pazienti e famigliare a trascorrere molte ore nei corridoi.

I motivi di tali disagi sono ormai noti a tutti gli operatori sanitari, anche se ciò non sembrerebbe interessare agli utenti che popolano i Dipartimenti di Emergenza e Accettazione.

Riportiamo di seguito la testimonianza di uno studente del corso di laurea in infermieristica, tirocinante presso il Pronto Soccorso di Forlì:


”Ho visto che sono state pubblicate nuove segnalazioni di disagi al Pronto Soccorso di Forlì e ho deciso di inviarvi questa mia storia su cosa ha significato per me quel luogo, che ho vissuto dall’interno, e che spesso viene attaccato dagli utenti forlivesi”.

Sono uno studente del corso di laurea in infermieristica, ormai prossimo alla agognata laurea, e ho svolto parte del mio tirocinio finale del terzo anno proprio presso il Pronto Soccorso del Morgagni-Pierantoni.

Inutile dire che è un’esperienza che segna molto, chiunque abbia avuto la fortuna come me di viverla dall’altra parte della “barricata”.

E questo non perché ti trovi ad affrontare qualunque genere di situazione clinica, dalla più banale come un oggetto estraneo infilato nel naso di un anziano alla più terrificante come il cuore di un bambino che improvvisamente smette di battere.

Bensì perché si può prendere coscienza della maleducazione dell’utente medio, ed accompagnatori vari, del Pronto Soccorso di Forlì”.

Lo studente prosegue: “In due mesi di tirocinio mi sono trovato a dover assistere a scene di ordinaria inciviltà: dall’uomo adulto padre di famiglia con un’unghia incarnita, e non è un eufemismo ma è veramente così, che stufo di aspettare le sue sacrosante ore di attesa ti insulta tacciandoti di essere un carceriere, alla madre che vista la prolungata attesa della figlia con caviglia slogata si sfoga sull’infermiere di triage “vomitando” tutta la sua apprensione, non sapendo però che il grosso del personale è impegnato in sala emergenze a salvare una vita.

Detto questo quindi vorrei invitare i futuri pazienti e relativi accompagnatori a recarsi in Pronto Soccorso pretendendo il massimo, perché è uno staff che è capace di raggiungere livelli altissimi di efficienza e competenza, e questo lo posso garantire avendolo vissuto dall’interno, ma sempre col rispetto che si deve a chi in quel momento sta svolgendo il proprio compito con dedizione cercando di agire per il meglio nell’interesse esclusivo del paziente che si trova davanti”.

Simone Gussoni

Fonte: ForliToday

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