Solo negli Usa, tra il 2008 e il 2017, sono morte 82mila persone a causa di impianti difettosi.
L’inchiesta Implant Files, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), svela come funziona e quali segreti nasconde il business dei cosiddetti dispositivi medici. Parliamo di pacemaker, defibrillatori, valvole cardiache, protesi ortopediche, ma anche di cateteri, infusori, neuro stimolatori, seni al silicone: strumenti salvavita, in qualche caso, con cui molti pazienti devono convivere per anni, spesso per tutta la vita. Un mercato in continua crescita, ma totalmente fuori controllo, dominato da multinazionali con un giro d’affari da oltre 350 miliardi di euro l’anno.
I problemi nascono quando questi dispositivi si rivelano deleteri per la salute, provocando disastri su scala mondiale. Solo negli Stati Uniti, dal 2008 al 2017, si sono registrati oltre 82mila casi di morte e oltre un milione e 700mila lesioni personali collegate ad apparecchi difettosi, usurati o malfunzionanti. I dati fanno riferimento a tutti i medical device impiantati o prodotti negli States, e quindi riguardano anche cittadini stranieri, italiani compresi, che si ritrovano nel corpo dispositivi fabbricati da aziende sottoposte alla vigilanza americana.
Nel decennio oggetto di osservazione, il consorzio Icij ha catalogato quasi 5 milioni e mezzo di avvisi per problemi di sicurezza. Numeri in costante crescita, addirittura quadruplicati nel 2017 rispetto al 2008 (da 178mila a 873mila all’anno) e mai resi accessibili ai cittadini prima dell’inchiesta giornalistica. Il database globale IMDD, consultabile sul sito dell’Espresso (che insieme a Report ha preso parte all’inchiesta), comprende i dati relativi ad altre dieci nazioni e sarà ampliato con nuovi registri internazionali nelle prossime settimane.
Redazione Nurse Times
Fonte: Askanews
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