Il parlamentare pentastellato ha interrogato il ministro della Salute, Giulia Grillo, sul problema che angustia tante strutture sanitarie in Italia, specie al Sud.
L’onorevole Dedalo Pignatone (Movimento 5 Stelle) ha portato davanti alla Camera il problema del demansionamento infermieristico, in buona parte derivante dalla carenza di personale nelle strutture sanitarie. Non è la prima volta che solleva la questione: lo aveva già fatto in precedenza nelle vesti di avvocato. Ora ha deciso di interrogare direttamente il ministro della Salute, Giulia Grillo, provando a fare chiarezza sulla distinzione tra le figure dell’infermiere e dell’Oss, con le parole che riportiamo di seguito.
“Bisogna urgentemente fare chiarezza rispetto ai compiti professionali che devono essere svolti dagli infermieri da una parte e dagli Oss dall’altra. Ci troviamo con organici inferiori a quelli previsti per legge e reparti in cui sono carenti, in tutto o in parte, le figure degli operatori sociosanitari, i cui compiti vengono più o meno esplicitamente demandati agli infermieri che, conseguentemente, vengono demansionati. Questo accade soprattutto nei presidi ospedalieri del Sud Italia.
Se da una parte, grazie alla legge n. 251 del 2000, si è assistito all’apertura delle classi universitarie per il conseguimento della laurea in Infermieristica, rafforzandone il concetto di professione intellettuale, dall’altra, attraverso l’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 2001, si delinea, quale professione deputata allo svolgimento delle mansioni igienico-alberghiere, la figura dell’operatore sociosanitario (Oss).
È chiaro, dunque, che ad oggi le due figure, almeno da un punto di vista normativo, risultano ben delineate e distinte, offrendo un differente tipo di assistenza all’utenza ospedaliera. Quello che serve, invece, è un cambiamento culturale. Si riscontra, infatti, come in alcuni presidi ospedalieri, a causa di una erronea interpretazione normativa, gli infermieri si trovino a dover svolgere le mansioni igienico-alberghiere.
Infine si osserva che in questi ultimi anni sono in crescita i corsi professionali per acquisire la qualifica di Oss, con la conseguente formazione di tanti giovani professionisti sanitari, che però, a causa dei blocchi all’assunzione nei presidi ospedalieri, non trovano lavoro, col rischio di una lunga disoccupazione.
Il tutto si traduce troppo spesso in una non adeguata assistenza al paziente. Come se non bastasse, molti infermieri, al fine di chiarire i compiti tipici della propria attività lavorativa, stanno avviando azioni giudiziarie che comportano condanne di cui rispondono, anche economicamente, le aziende sanitarie, con aggravio di spese per lo Stato. Dobbiamo fermare, una volta per tutte, questo errore interpretativo e fare luce, prima possibile, in un settore così delicato”.
Pignatone ha anche postato un video su Facebook per ribadire i medesimi concetti e, sempre sul social network, ha spiegato così le ragioni della sua iniziativa alla Camera: “Il mio intervento non deve essere visto come una critica a questa o a quella struttura. Ho voluto sollevare il problema, portandolo alla Camera, perché è necessario provvedere al più presto. I direttori sanitari devono pretendere il rispetto per i pazienti, e il personale e noi abbiamo il dovere di aiutarli a farlo. Basta con il divario tra Nord e Sud, i viaggi per curarsi, la disparità di trattamento e la sanità a due velocità”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Agenzia Stampa Italia
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