Quello che vedete è il conto presentato ad un paziente americano (U.S.A.) che ha subito un intervento di angioplastica coronarica con applicazione di STENT
Il conto totale ha sicuramente destato qualche preoccupazione al paziente che fortunatamente però si è salvato.
Questo il commento di un italiano che, dopo una profonda riflessione, ha ritenuto opportuno esaltare il nostro servizio sanitario nazionale, giunto al suo quarantesimo anniversario.
“Ve lo voglio ripresentare il conto dell’infartuato negli USA, perché possiate capire meglio certe differenze.
Guardate quanto fanno pagare l’infissione di un ago in una vena e quanto un dosaggio della Troponina. Pagamento cash o con carta di credito.
In Italia, per avere le stesse cose, basterà andare in un Pronto Soccorso e dire di avere un “dolore al petto”. Il medico potrà farvi una digitopressione, chiedervi quanto dura il dolore, se aumenta con gli atti del respiro, se sudate freddo o no, farvi un ECG.
Alla fine potrà anche essere arciconvinto che quel dolore non è di origine cardiaca e che vi passerà dopo poco tempo, ma gli enzimi cardiaci (che costano quello che vedete) ve li farà lo stesso, un pò per scrupolo e un pò perché se, per caso, doveste rivolgervi da un giudice, quello molto probabilmente darà torto a lui.
Si chiama Medicina difensiva. Tanto, mica paga il paziente, mica paga il medico, paghiamo tutti e chi si è visto si è visto. Salvo poi lamentarci della Sanità Italiana…”
Prima di recarvi negli States munitevi di una buona copertura assicurativa sulla salute, perchè potrebbe costarvi molto caro…
Redazione NurseTimes
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