Un bimbo di soli due anni è morto per una sepsi da meningococco nella notte tra il 18 ed il 19 gennaio scorso. Era ricoverato presso l’ospedale Maggiore di Bologna.
L’Ausl ha immediatamente applicato le misure di profilassi per 34 persone tra gli operatori sanitari che hanno assistito il piccolo paziente ed il nucleo famigliare, residente a Bologna.
Il bambino non frequentava l’asilo né altre comunità al di fuori del nucleo famigliare. Ulteriori interventi preventivi rivolti ai contatti stretti e agli operatori sanitari coinvolti sono tuttora in corso.
Secondo la ricostruzione effettuata dall’Ausl, era giunto in pronto soccorso del Maggiore la mattina di venerdì 18 gennaio, poco prima di mezzogiorno, a causa di uno stato febbrile insorto da alcune ore. Alla prima visita si presentava “in buone condizioni generali, presentava un’infiammazione alle alte vie respiratorie e rispondeva alla terapia di paracetamolo, condizioni comuni in periodo di picco influenzale che non hanno richiesto ulteriori provvedimenti”, spiega ancora l’Ausl.
Il paziente è stato poi dimesso alle 12.53 “con terapia antipiretica e antiinfiammatoria”. In serata, attorno alle ore 20, le condizioni cliniche sono peggiorate costringendo i genitori a portarlo nuovamente al pronto soccorso del Maggiore.
Ai sanitari il quadro clinico è apparso subito molto grave, “con segni evidenti di shock settico in atto. Immediate le terapie di supporto vitale, alle quali tuttavia il bambino non ha risposto”, prosegue la nota. Ricoverato in Rianimazione, il bimbo è deceduto nella notte tra il 18 e il 19 gennaio.
Dagli accertamenti è emersa la presenza di Neisseria mengitidis, ceppo del meningococco di tipo B, confermando “la diagnosi clinica di shock settico che, quando provocato da tale batterio, ha esito infausto in elevata percentuale”, conclude l’azienda sanitaria.
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