Dopo l’annullamento deciso dal Tar e ribadito dal Consiglio di Stato, sono partite le nuove procedure selettive.
La sentenza del Consiglio di Stato pronunciata giovedì 24 gennaio ha messo fine alla telenovela del concorso per infermieri e oss indetto dall’A.O. “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Per la suprema magistratura amministrativa, il Tar ha visto giusto nel dare ragione all’Azienda Ospedaliera, che ha prima sospeso e poi annullato le prove preselettive dello scorso luglio, approvando nuove procedure, iniziate venerdì 25 gennaio.
Procedure aperte a tutti: sia agli ex vincitori che a chi non ce l’aveva fatta. Proprio da alcuni di questi ultimi erano partite le segnalazioni e le foto che avevano dato il via all’indagine interna all’Azienda. A nulla sono valsi i ricorsi degli ex vincitori, i cui ricorsi sono stati rigettati prima dal Tar, poi dal Consiglio di Stato.
Su 7mila partecipanti, 1.600 avevano superato la preselezione. Qualcuno, però, aveva fotografato persone che usavano il cellulare e collaboravano tra loro. Per questo la “Pugliese-Ciaccio” aveva annullato in autotutela il concorso (la cui organizzazione era stata affidata a una società esterna), ritenendolo poco trasparente.
Si legge nella sentenza del Consiglio di Stato: “Non poteva essere esclusa alla radice la possibilità che vi fossero schede consegnate in bianco e compilate dopo le prove”, essendo venuta meno “la fondamentale garanzia della correzione automatica delle prove immediatamente al termine di ciascuna selezione”. Inoltre si precisa che, pur non essendo d’obbligo la possibilità per i candidati di “assistere alle correzioni, tale possibilità deve essere pubblicizzata”. Evidentemente, così non è stato.
Insomma, “l’Azienda ha voluto agire nella massima cautela e ha ritenuto che l’abbassamento delle garanzie procedurali prefissate fosse sufficiente a inficiare la preselezione, e ne ha disposto l’annullamento in autotutela». In conclusione, “l’appello è infondato e, pertanto, deve essere respinto”.
Sulla vicenda resta in corso un’indagine penale per meglio indagare sulle singole responsabilità dell’Azienda sanitaria, della società organizzatrice e dei partecipanti. Ma intanto la bagarre è ripartita. Posta in gioco: 18 posti da infermiere e 30 da operatore sociosanitario.
Redazione Nurse Times
Lascia un commento