Grazie a una collaborazione multidisciplinare, è stata identificata una molecola che blocca la proliferazione delle cellule neoplastiche.
In un prossimo futuro la lotta al cancro potrebbe arricchirsi di nuovi strumenti terapeutici selettivi efficaci. La collaborazione multidisciplinare tra facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” Ireos e Istituto di Chimica del riconoscimento molecolare (Icrm) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha portato infatti all’identificazione di una molecola, brevettata, in grado di inibire selettivamente l’attività della proteina-chinasi Nek6, bloccando in tal modo la proliferazione delle cellule neoplastiche.
La scoperta, pubblicata su Scientific Reports (rivista del gruppo Nature), è frutto del lavoro dei ricercatori Marta De Donato, Benedetta Righino, Flavia Filippetli, Alessandra Battaglia, Marco Potrillo e Davide Pirolli, coordinali dal professor Giovanni Scambia (professore ordinario di Clinica ostetrica e ginecologica all’Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario “Gemelli” Ireos), da Daniela Gallo (dirigente sanitario responsabile dell’Unità di Medicina traslazionale per la salute della donna e del bambino del Policlinico Universitario “Gemelli” Ireos) e da Maria Cristina De Rosa (responsabile Icrm, sede secondaria di Roma, del Cnr).
Il tumore dell’ovaio, al nono posto tra le forme tumorali, a fronte di un’incidenza relativamente bassa, rappresenta la principale causa di morte per tumore ginecologico. “Il nostro gruppo di ricerca si è occupato negli ultimi anni del ruolo della proteina Nek6 nel tumore dell’ovaio – spiega Gallo –, dimostrando come elevati livelli di espressione nel tessuto tumorale si correlino con una prognosi sfavorevole e una scarsa risposta al trattamento di prima linea. Risultati simili sono stati ottenuti anche da altri gruppi di ricerca in differenti tumori solidi. Sulla base di tali rilevanze cliniche e in considerazione del ruolo di Nek6 nella progressione del ciclo cellulare e nella crescita ancoraggio-indipendente, abbiamo ipotizzato che tale proteina potesse costituire un target interessante e promettente per nuove terapie antitumorali personalizzate”.
Aggiunge De Rosa: “Grazie all’utilizzo dei più recenti metodi di chimica computazionale, che permettono di testare virtualmente milioni di composti al computer, abbiamo identificato una serie di molecole con putativa attività inibitoria per Nek6”.
Aggiunge De Donato, primo autore della pubblicazione: “I composti così individuati sono stati quindi testati in vitro con differenti tecniche per la conferma dell’attività farmacologica e successivamente valutati su un pannello di linee cellulari rappresentative di differenti tumori solidi (polmone, colon, mammella e ovaio), dimostrando un’interessante attività anche in associazione con farmaci antineoplastici di comune uso clinico, quale il cisplatino”.
Redazione Nurse Times
Fonte: PharmaKronos
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