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Infermieri e Oss dovrebbero rientrare nella categoria dei lavori usuranti

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Confintesa Sanità Torino sulla possibilità degli infermieri e oss di rientrare tra i lavori usuranti


L’ultima legge di stabilità non ha ancora inquadrato i lavoratori delle professioni sanitarie nei lavori usuranti, purtroppo ancora oggi le professioni dell’oss e dell’infermiere non rientrano nelle categoria dei lavori usuranti, ma rientrano nelle categorie dei lavori gravosi, per cui si può solo chiedere l’anticipo pensionistico Ape, adesso sostituto con quota 100, con 63 anni di età e 36 di contributi.

Il segretario provinciale di Confintesa sanità Torino, Lippo Francesco analizza la situazione e chiede chiarimenti ai ministri che fino al giorno prima di essere eletti utilizzavano la questione del lavoro usurante degli operatori sanitari come slogan elettorale.

Prosegue il segretario provinciale Lippo Francesco domandando come mai gli infermieri e gli oss lavorando sui turni sollecitando numerose volte le loro schiene, rischiando patologie croniche degenerative a carico della colonna, vivendo anni di stress dovuti a turni massacranti, e perdendo riposi dopo le notti, dato che lo smonto notte ad oggi viene conteggiato come riposo il più delle volte è già corredato di una reperibilità che verrà attivata in caso di malattia del collega, non possono rientrare nei lavori usuranti?

Noi vorremmo che il governo si renda conto che fare l’infermiere o l’oss dopo i 60 anni in una corsia di medicina, chirurgia, e continuando a fare i turni non è decisamente umano né per gli operatori e tanto meno per gli ammalati.

Vorrei ricordare al nostro ministro della salute Giulia Grillo, che a sessant’anni non si ha più la stessa lucidità e pazienza che si può avere fino a qualche decennio prima, con ciò non vogliamo denigrare i sessant’enni che sudano nelle nostre corsie d’ospedale, anzi tanto di cappello, ma chiediamo che sia gli oss che gli infermieri vengano messi in condizioni di poter andare finalmente anche loro in pensione con gli stessi anni di anzianità che vanno i dipendenti delle forze armate, tramite il riconoscimento del lavoro usurante.

 

Francesco Lippo

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