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L’importanza del Giuramento nella Professione Infermieristica

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La professione dell’infermiere è mutata nel corso dei secoli, assumendo diverse sfaccettature e contorni, accrescendo l’importanza che il suo ruolo assume all’interno della società. Specie nell’evoluzione normative, del corpus professionale e dell’iter formativo avvenuto negli ultimi anni

Tale importanza è sancita e enfatizzata all’interno del giuramento che ogni infermiere deve pronunciare dinnanzi a se stesso e al prossimo, impegnandosi a mantenere il patto in ogni minima parte come una promessa solenne.

Di fronte a nuove prospettive e competenze che intendono portare l’infermiere verso il futuro della professione, ogni tanto è necessario guardarsi indietro.

INTRODUZIONE

Il presente articolo nasce dalla necessità di indagare un aspetto della professione infermieristica, alcune volte dato per scontato. Il giuramento dell’infermiere consacra il professionista all’esercizio di un ideale di servizio, base per la sua futura vita professionale. In esso ci sono le fondamenta sia per la crescita personale del professionista, ma anche dello sviluppo della professione stessa.

L’idea di sviluppare questo argomento, nasce dalla profonda ammirazione verso la professione infermieristica, e dalla voglia di coronare, un giorno, il desiderio di assistere i pazienti, mostrando appunto, la nostra immensa devozione verso questa disciplina. Per questo motivo il giuramento eseguito dagli infermieri, rappresenta per noi la realizzazione di un primo step, per poter poi entrare nel vivo della professione e “consacrare la nostra vita al servizio dell’umanità”.

 Nel momento in cui pronunceremo quelle parole ci esporremo e ci faremo carico di un bagaglio che solamente chi è davvero inspirato dall’assistenza infermieristica, potrà portare al termine nel giusto modo.

In questo senso, si intende, rispettando punto per punto ciò che il giuramento professa ritenendo ciò di fondamentale importanza non solo ai fini di un corretto esercizio della professione, ma anche e soprattutto per promuovere un’adeguata relazione tra infermiere e paziente, o nei casi in cui ci si trova al di fuori dell’ambiente ospedaliero, con qualunque persona che mostri bisogno d’aiuto.

Le nozioni riguardo la tematica affrontata sono state approfondite mediante la lettura di vari articoli scientifici e pagine interamente dedicate alla professione infermieristica. Inoltre, sono stati tratti spunti dal libro “Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica’’ Manzoni.

Materiali e metodi

L’argomento è stato studiato prendendo come riferimento iniziale gli studi sui principi dell’assistenza infermieristica svolti nelle ore di lezione con approfondimenti e chiarimenti ricercati da varie fonti testuali cartacee e online.

Risultati

Gli argomenti trattati hanno lo scopo di sensibilizzare il lettore sulle responsabilità che l’infermiere assume in seguito alla scelta di dedicare la sua vita all’assistenza del paziente.

Il giuramento infermieristico altro non è che la sintesi di un insieme di nozioni che permettono la salvaguardia non solo del paziente, ma dell’assistente stesso, poiché in questo modo si tutela il lavoro svolto. E cosa più importante, garantire all’assistito una migliore  “performance” nei suoi confronti, in modo da permettergli di raggiungere l’autonomia, che si è al momento persa.

Discussione

LE ORIGINI DEL GIURAMENTO

La storia della moderna scienza infermieristica, il nursing, così come oggi la concepiamo con il suo bagaglio culturale, di  modelli teorico-concettuali rigorosamente e scientificamente definiti e oggetto di studio ed applicazione, di esercizio professionale quotidiano teso al prendersi cura, al soddisfacimento dei bisogni, al benessere della persona assistita, al miglioramento delle relative tecniche attraverso la ricerca ed il confronto con altre professionalità, di conquiste faticosamente acquisite nell’ambito della dirigenza, risulta una storia molto recente, se paragonata al percorso di altre discipline sanitarie e non.

Difatti altri corpi professionali sono già da moltissimo tempo affermati, le cui immagini e valenze sono di indiscusso prestigio  e riconoscimento sociale. In realtà, come è a tutti noi noto, la professione infermieristica affonda le sue radici in un  tempo assai remoto, risalente alla nascita dell’uomo,  in  particolare con la donna, primo motore di tutte quelle forme e sfumature dell’assistenza, caratteristica e costante presenza in ogni società, cultura ed etnia. Con gli anni la figura dell’infermiere si  è  evoluta sino ad arrivare a rispecchiare il suo ruolo odierno, un soggetto attivo, che agisce in prima persona con autonomia di scelta e responsabilità entro una cornice valoriale in cui il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi etici  della professione è condizione essenziale per assistere e perseguire la salute intesa come bene fondamentale del singolo e interesse peculiare della collettività.

La sua attività, come detto è basata sul rispetto di norme, ed è volta, come scopo principale, a promuovere il bene del paziente, che è la priorità di qualsiasi intervento infermieristico. Poiché questa attività ha come espressione più alta il rapporto infermiere-paziente, che è un rapporto tra esseri umani, è chiaro come tutti gli interventi effettuati vadano ad inserirsi sempre in un contesto etico. Perciò, l’infermiere è promotore di un’assistenza che non si limita a considerare il paziente solo dal punto di vista della  malattia, bensì anche e soprattutto dal punto di vista psicologico e sociale, prendendo in considerazione tutti gli aspetti della sua vita.

L’assistenza infermieristica, è fortemente legata al rispetto dei valori etici, religiosi e culturali del paziente, e deve rispettarne tutti i diritti fondamentali e poiché questo rapporto infermiere  – paziente si sviluppa in un contesto etico, è fondamentale che il professionista sanitario sia in grado di orientare il suo operato verso azioni che siano corrette. Queste azioni sono ampiamente approfondite all’interno del giuramento che gli infermieri si prestano a pronunciare nel momento della propria laurea, ricordandosi e al tempo stesso imprimendo nella mente ciò che è eticamente giusto svolgere nel proprio lavoro.

Dedicando, perciò se stessi a questa disciplina, mettendosi al servizio dei pazienti che si troveranno dinanzi e che riconosceranno in loro una persona fidata su cui fare affidamento. Un giuramento rappresenta la promessa di adempiere a determinati obblighi o di mantenere.

Alcuni comportamenti legati a qualcosa o a qualcuno che colui che presta giuramento considera sacro, stabilendo così il dovere di fedeltà e rispetto alle istituzioni di uno stato.

Questo tentativo di regolamentare sotto il profilo morale l’attività ed il comportamento del professionista sanitario ha origini antichissime: già nel V secolo a.C. presso la Scuola di Cos, attraverso il giuramento, il medico pronunciava il suo impegno, tra l’altro, “a non somministrare ad alcuno del veleno se ne venisse richiesto“, a mantenere un decoro personale conducendo una vita “nell’innocenza e nella purezza“, a mantenere il segreto “di tutto ciò che vedrò o intenderò nella vita comune, durante l’esercizio della professione od anche fuori di essa, tacendo quanto non sia necessario sia noto, considerando in simili casi la discrezione come un dovere” e infine a non esercitare le professioni altrui.

Nella professione Infermieristica il primo documento  che  assume  tale  tendenza  è  rinvenibile nel Giuramento di Florence Nightingale, redatto da una commissione dell’Ospedale Harper di Detroit nel 1893 e incentrato su un contenuto asciutto e chiaro che porta il professionista di oggi di fronte alla sua missione più importante: prendersi cura della persona assistita.

Il giuramento di FLORENCE NIGHTINGALE

Florence Nightingale, considerata pioniere della professione moderna di infermiera e degli ospedali da campo militari, appartiene ad una famiglia inglese ricchissima e, grazie agli insegnamenti del padre ed al suo impegno, ottiene un’istruzione completa. Si dedica inoltre alla meticolosa lettura dei ‘libri azzurri’ e studia i primi rapporti riguardanti la salute pubblica inglese. Si specializza in questo campo dato l’interesse suscitato dalla sua prima esperienza nella cura degli ammalati all’ospedale di Salisbury nel 1844. La forte connotazione religiosa della Nightingale la porta alla convinzione che il modo migliore per servire Dio è dedicarsi al servizio dell’umanità e così ancor giovane decise che la sua vita dovesse essere improntata sulla responsabilità verso l’altro con la fattiva partecipazione alle vicende che hanno caratterizzato la storia del suo tempo.

A 25 anni la scelta di diventare infermiera e, pur non avendo una formazione di tipo medico-infermieristico riconobbe le carenze della professione infermieristica rapportata ai suoi tempi. Nel 1851, intraprese gli studi per diventare infermiera e fu presto nominata Soprintendente all’Establishment for gentlewomen during illness di Londra, e per il suo impegno e valore,  il  Ministro della guerra Sidney Herbert, allo scoppio della guerra   di Crimea le chiese di organizzare un gruppo di infermiere che si occupasse dei feriti negli ospedali da campo in Turchia.

Florence accettò l’incarico e andò all’ospedale militare di Scutari (Albania) con 37 infermiere volontarie ma dai medici del luogo fu accolta con molto scetticismo ritenendola una intromissione inopportuna, tant’è che non ebbe alcun aiuto. Trovò una situazione al limite del concepibile. Ci vollero la sensibilità, la meticolosità e la determinazione della Nightingale, per far fronte a tale drammaticità, riuscendo ad organizzare al meglio le condizioni igieniche dell’ospedale, superando nel contempo l’indifferenza, l’ignoranza e le insidie del contagio.

Nel 1856, tornata in Inghilterra ha la convinzione di poter evitare molti decessi attuando le riforme sanitarie e utilizzando la nascente scienza della statistica, attua una pratica registrazione da dove ricava importanti informazioni riguardo il tasso di mortalità. Ella si occuperà di diffondere i principi di igiene per prevenire le malattie e migliorare le condizioni di vita del popolo. Fondò la concezione della moderna assistenza infermieristica sottolineando come per assistere gli ammalati, è indispensabile possedere conoscenze che derivano anche dall’esperienza e che sono distinte da quelle mediche. Tre anni prima della sua morte Re Edoardo VII le aveva conferito  l’Ordine del Merito e fu la prima donna a riceverlo. Tutt’oggi è considerata un’eroina, soprattutto nel Regno Unito. A sostegno e a memoria del valore dell’eticità professionale, nel 1893 un Comitato speciale della Scuola Farrand dell’Ospedale Harper di Detroit ha redatto il noto “Giuramento Florence Nightingale” per le infermiere, che recita:

«Prometto davanti a Dio, in presenza di questa assemblea, di vivere degnamente e di esercitare fedelmente la mia professione.

Mi asterrò da tutto ciò che può nuocere e non prenderò, né somministrerò consapevolmente alcuna droga nociva.

Farò tutto ciò che è in mio potere per elevare il  livello della mia professione e farò uso riservato di tutte le informazioni personali che mi verranno confidate, nonché di tutte le situazioni familiari di cui sarò venuta a conoscenza nell’esercizio della mia professione.

Aiuterò lealmente il medico nel suo lavoro e mi dedicherò al servizio di coloro che mi verranno affidati per l’assistenza».

Un impegno etico e deontologico per una professione che coinvolge i ricoverati negli ospedali, i pazienti seguiti dai servizi territoriali, tutti gli altri professionisti della sanità, i giovani che devono fare questa scelta, e tutti coloro che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”, “un’infermiera”.

MODERNO GIURAMENTO

Sulla base del giuramento redatto da Florence Nightingale si articola quello che oggi è il giuramento del moderno infermiere.

“Al momento di essere ammesso quale membro della professione infermieristica io consacro la mia vita al servizio dell’umanità, consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo,

GIURO

  • di mettere la mia vita al servizio della persona umana;
  • di perseguire come scopi esclusivi la difesa e il recupero della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
    • di rispettare la vita umana in ogni circostanza dal suo inizio fino alla morte. In nessun caso abbandonerò il malato senza essermi assicurato della

continuità delle cure e della sorveglianza che gli sono necessarie;

  • di curare tutti i malati con uguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza,

religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica. In tutti rispetterò la legittima libertà di coscienza;

  • di offrire la mia leale collaborazione all’équipe sanitaria; di rispettare le prescrizioni mediche, eccetto nei casi in cui esse siano contrarie alla

deontologia professionale o alla morale;

  • di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della mia professione. Di rispettare le colleghe e i colleghi, e prestare loro la mia

assistenza morale e professionale;

  • di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’autorità competente, prestando la mia assistenza professionale a qualsiasi malato che

ne abbia bisogno;

  • di osservare il segreto professionale su tutto ciò che mi viene confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio In ogni circostanza darò prova di grande discrezione;
  • di aggiornare permanentemente la mia cultura generale e le mie conoscenze professionali.

Faccio queste promesse solennemente, liberamente e sul mio onore”.

L’ANALISI DEL GIURAMENTO 

Per poter comprendere al meglio le parole sovrastanti, è necessario analizzare passo dopo passo i periodi che vanno a comporre un testo di tale importanza.

‘’Giuro di mettere la mia vita al servizio della persona umana.’’

L’infermiere si pone al pari del paziente e collabora con esso affinché arrivino insieme alla risoluzione del problema. Su tale concetto cardine si basa il modello teorico di Hildegard Peplau, una delle prime teoriche dell’assistenza. Secondo   la filosofa, il processo interpersonale infermiere – paziente si caratterizza e si attua mediante quattro fasi. Ogni fase è caratterizzata dall’assunzione di ruoli da parte dell’infermiere, mentre infermiere e paziente imparano ad agire collaborando per poter affrontare e risolvere le difficoltà che si presenta no.

La prima fase è quella dell’orientamento in cui il paziente  avverte un bisogno e quindi persegue quel tipo di assistenza professionale che ritiene più utile. È da qui che prende avvio una fase costruttiva di crescita personale. Ogni individuo agisce in modo diverso alla malattia, ma già dai primi momenti inizia il processo interpersonale. Fa seguito la fase di identificazione, quando ormai il paziente è riuscito a chiarire la sua prima impressione. Sono diversi i modi attraverso i quali il paziente si mette in relazione con l’infermiere:

  • partecipazione o relazione indipendente;
  • indipendenza o isolamento dell’infermiere;
  • senso di incapacità e di dipendenza nei riguardi dell’infermiere.

La terza fase è quella della utilizzazione: dopo essersi identificato con un infermiere in grado di gestire la relazione interpersonale, il paziente tenta di valorizzare al massimo tale rapporto, ma allo stesso tempo comincia ad orientarsi verso  nuovi obiettivi, quali tornare alla vita precedente la malattia.

La quarta ed ultima fase, la risoluzione, subentra solo quando i bisogni sono stati soddisfatti e nel contempo appaiono nuove motivazioni per tornare alla vita precedente la malattia. Tale fase è definita da Peplau un processo di liberazione. La possibilità di successo di tale rapporto dipende dalla catena di eventi che lo hanno preceduto.

“Giuro di perseguire come scopi esclusivi la difesa e il recupero della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale”.

L’uomo è definito come un individuo dotato di una componente biologica, psicologica, sociale e spirituale che necessita di assistenza per poter giungere a uno stato di salute e di indipendenza oppure ad una morte serena. In questa prima parte del giuramento il neo infermiere sottolinea l’impegno di assistenza non solo fisica ma anche psicologica. È fondamentale  a questo punto evidenziare le differenza tra la diagnosi medica, riguardante la patologia, le alterazioni strutturali e funzionali  della persona, dai segni e i sintomi della malattia, e la diagnosi infermieristica, riguardante i problemi della persona e la capacità di quest’ultima di gestire le proprie attività e soddisfare i propri bisogni.

Giuro di curare tutti i malati con uguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica. In tutti rispetterò la legittima libertà di coscienza.

Per questo passaggio è spontaneo citare il termine “transcultural nursing”, l’elaborazione concettuale di M. Leininger. Essa parte dalla necessità di far fronte ad una realtà sempre più multietnica che guiderà gli infermieri che lavorano con individui di diverse culture ad essere accorte, sensibili, competenti ed efficaci nel prendersi cura con e di individui culturalmente estranei.

Leininger preconizzò che l’assistenza infermieristica sarebbe diventata multiculturale, ed il corpo di conoscenza della  disciplina sarebbe stato rinforzato dall’uso della teoria della culture care, che avrebbe condotto alle conoscenza del transcultural nursing fondamento teorico dell’assistenza infermieristica come disciplina e come professione.

Il termine transculturale fu preferito ad internazionale poiché indica “qualcosa che è presente trasversalmente in tutte le culture” costituiscono o no una nazione, mentre il termine internazionale significa “tra due culture nazionali”. Fornire un’assistenza culturalmente specifica e sensibile richiede l’uso di una combinazione di conoscenza olistica e pensiero e strategia creativa. Sono state riscontrate differenze significative tra le percezioni e le aspettative del paziente e quelle dell’infermiere e dell’altro personale sanitario.

Per esempio i pazienti arabo – americani vedono la salute come assenza di preoccupazioni, mentre le infermiere americane definiscono la salute come assenza di stress e disagio dovuti a malattie o a invalidità; i greco-americani vedono l’assistenza come la responsabilità di aiutare gli altri, mentre le infermiere americane come il modo   per alleviare lo stress. Queste differenze di percezioni ed esperienze evidenziano quanto sia necessario studiare questi fenomeni nell’assistenza infermieristica. Garantire un’assistenza infermieristica culturalmente sensibile è essenziale per tutti gli esseri umani.

“Giuro di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’autorità competente, prestando la mia assistenza professionale a qualsiasi malato che ne abbia bisogno”

L’infermiere deve essere in grado di prestare soccorso in ogni  tipo di situazione, anche pubblica, cercando di utilizzare al  meglio le proprie competenze. M. Rogers, celeberrima figura nella filosofia dell’assistenza, affermava che la natura dinamica della vita richiedesse una continua revisione delle misure di intervento. L’infermiere deve dunque possedere abilità intellettuale nello scegliere gli strumenti e le procedure che meglio si adattano ad una certa situazione, nonché l’arte di utilizzare risorse meccaniche e personali.

‘’Giuro di aggiornare permanentemente la mia cultura generale e le mie conoscenze personali’’.

Secondo l’articolo 3.1 del codice deontologico, l’infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza.

L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e l’assistenza   più efficaci.

L’infermiere partecipa alla formazione professionale, promuove ed attiva la ricerca, cura la diffusione dei risultati, al fine di migliorare l’assistenza infermieristica.

CONCLUSIONE

Chiunque decida di dedicare la propria vita all’assistenza infermieristica deve essere a conoscenza e consapevole di una serie di doveri che l’infermiere sceglie di prendere in carico. Inoltre per capire appieno gli sviluppi che dovrà intraprendere la sua figura nel corso della carriera, è fondamentale prendere come modelli di riferimento le grandi filosofe e i grandi filosofi che hanno teorizzato le basi dell’attuale disciplina.

 

Cosimo Della Pietà, professore a contratto CDL Infermieristica Università di Bari

Corrente Roberta, studentessa, CdL Infermieristica Università di Bari;

Gaudio Alessandra,  studentessa, CdL Infermieristica Università di Bari;

 

BIBLIOGRAFIA 

  • Edoardo Manzoni, Storia e Filosofia dell’assistenza infermieristica,  Masson 2000
  • Codice Deontologico dell’infermiere, 2009
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