Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, attraverso una delibera consentirà ai medici in pensione di poter riprendere servizio
Dopo il Molise anche il Veneto preferisce attingere non tra i giovani medici specializzandi, ma tra chi il lavoro lo ha già lasciato. Cercansi “medici specialisti in quiescenza”.
L’Italia non è un Paese per giovani. Neanche l’Italia dei camici bianchi.
La Ulss del Veneto potranno assumere a tempo determinato i medici andati in pensione. Lo annuncia il governatore Zaia, spiegando che ieri la giunta ha approvato una delibera che consente l’operazione, a patto che la Ulss dimostri che la mancanza di medici e l’impossibilità di trovarli sul mercato mette a repentaglio l’erogazione dei Lea.
Il principio su cui si basa la delibera è infatti quello “dell’interruzione del pubblico servizio – precisa Zaia, ammettendo che – si tratta di un provvedimento estremo, che sarebbe un fallimento pensare di dover stabilizzare”.
I medici che saranno eventualmente reperiti dalle Ulss tramite un avviso pubblico, “non dovranno essere andati in prepensionamento e dovranno avere determinate caratteristiche, ma le maglie non sono strette, non è fuffa, i medici ci servono.
Anche perché si tratta di professionisti che oggi nel pubblico non possono lavorare ma nel privato si, e questo vuol dire che regaliamo 20 o 30 anni di formazione al privato”.
Fino ad ora le Ulss cercavano già di tamponare, ma questa delibera ad ombrello permetterà di lavorare con maggiore agilità e sicurezza. Il rischio che qualcuno impugni la norma c’e’. Ma non è lesiva per nessuno”, conclude Zaia spiegando che “il futuro della sanità sono i giovani ma oggi siamo a caccia di 1.300 medici, e non si trovano”.
Redazione NurseTimes
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