Alcuni giorni fa un migrante accoltellato a Bari durante una rissa ha dato in escandescenze in pronto soccorso insultando e minacciando il personale sanitario che stava cercando di salvargli la vita.
L’uomo, soccorso e trasportato non senza disagi al pronto soccorso, è stato trattato subito in sala rossa. Infischiandosene della profonda ferita da taglio e del pericolo di morire è stato assalito da una irrefrenabile voglia di fumare. Il ferito ha più volte portato la sigaretta alla bocca, venendo ripetutamente bloccato dal personale.
“Veniamo trattati come zerbini, senza alcun rispetto – tuona un gruppo di medici, infermieri, autisti e soccorritori del 118, firmatari di una lettere alla quale sono state allegate le fotografie -. Ormai in piazza Moro, piazza Umberto, via Davanzati e numerose altre zone del centro e del quartiere Libertà, le chiamate in seguito a liti e risse fra migranti non si contano più”.
“Direttore – continuano gli operatori del 118 -tre di noi fanno anche volontariato verso i più bisognosi, senza badare al colore della pelle o alle loro esigenze, ma non riusciamo ad abituarci alla totale mancanza di rispetto riservata nei nostri confronti da quanti chiedono il nostro intervento, anche in situazioni dove l’ambulanza sarebbe superflua”. Una mancaza di rispetto spesso si traduce in vere e proprie inevettive o persino aggressioni.
“Stanno a vedere sempre il pelo nell’uovo, a volte anche solo con il semplice intento di punirci – concludono amareggiati gli operatori del 118 -, ma quando si tratta di tutelarci non ci sono mai abbastanza uomini e mezzi. Verrebbe voglia di mandare tutto al diavolo, ma la passione e lo slancio nei confronti degli altri sono la nostra malattia incurabile”.
Fonte: Il Quotidiano Italiano
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