Fa discutere la riorganizzazione del servizio di emergenza nel capoluogo polesano. La Cgil non ci sta: “Perdita di professionalità importantissima”.
«A passare dalle ambulanze alle auto mediche saranno quattro infermieri su dieci. I mezzi di soccorso delle zone della provincia più distanti dall’ospedale di Rovigo continueranno ad avere, oltre ad autista e soccorritore, anche l’infermiere». È Marco Sommacampagna, direttore della centrale operativa del 118, a spiegare la nuova organizzazione del Suem, che sta tenendo banco in questi giorni nel territorio di Rovigo.
Nei giorni scorsi i sindacati avevano manifestato qualche preoccupazione sulla decisione dell’Ulss 5 Polesana di trasferire le infermiere dalle ambulanze alle automediche. «Il nuovo piano – dice il primario – prevede che delle dieci infermiere attualmente presenti sulle ambulanze, quattro siano trasferite alle automediche. Il piano prevede anche l’arrivo di due nuovi mezzi, che entreranno in servizio 12 ore non stop nelle zone dell’Alto Polesine. Si tratta di un riposizionamento delle risorse: non sarà effettuato alcun taglio al servizio. Abbiamo cercato di rendere più efficiente il servizio sanitario che si occupa delle emergenze, prendendo come modello la riorganizzazione del Suem in Lombardia. Lì hanno riorganizzato il sistema della gestione delle emergenze potenziando gli interventi con l’elisoccorso, che prevede a bordo anche un infermiere. Le quattro automediche con a bordo gli infermieri diventeranno, in sostanza, i nostri elicotteri. Le auto potranno spostarsi velocemente tra una situazione di emergenza e l’altra, garantendo una copertura capillare del territorio. Abbiamo sempre a disposizione l’elisoccorso in caso di necessità, ma, ad esempio, di notte in Veneto gli elicotteri del Suem non possono volare».
Nel territorio di Castelmassa e Santa Maria le ambulanze continueranno ad avere a bordo l’infermiera. Al contrario, a Rovigo sono previsti solo autista e soccorritore. «Nei casi in cui la centrale operativa individuerà un’emergenza – spiega Sommacampagna – sarà comunque subito inviata anche l’auto medica con dottore e infermiere. Nessun rischio, dunque, per i pazienti che necessitano di cure urgenti».
Di ben altro avviso la Cgil, che interviene con il segretario della funzione pubblica Riccardo Mantovan: «La riorganizzazione di questo servizio causerebbe una perdita di professionalità importantissima, soprattutto nelle situazioni di massima urgenza, come incidenti sulla strada o infarto. In queste situazioni l’infermiere, su indicazione medica, potrebbe anche procedere a una manovra salvavita. L’azione in emergenza, in termini di attivazione immediata, sarebbe nulla. Senza la presenza di una figura sanitaria, il rischio di non superare la fase di emergenza aumenta vertiginosamente».
Redazione Nurse Times
Fonte: il Resto del Carlino
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