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“I medici di base? Sono del tutto inutili” La deduzione di un medico pugliese in pensione

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Puglia, partita la stabilizzazione. Emiliano: “Continueremo ad assumere”
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Parla un medico pugliese convenzionato del 118 in pensione da novembre u.s.

Intervistato da Valentino Sgaramella della “Gazzetta di Bari” il dott. Lopez dichiara subito “I medici di base? Sono del tutto inutili”

Insomma un fiume in piena, il medico esamina la situazione della cosiddetta carenza dei medici ed infermieri.

Ormai in pensione egli si sente libero di esprimere tutto ciò che pensa “Con “Quota 100” la carenza di medici e infermieri si aggraverà perché chi potrà andrà in pensione” .

Lopez fa un paragone con la Lombardia e poi si pone una domanda, dandosi da solo anche la risposta “Il servizio di emergenza territoriale del 118 in Puglia annovera circa 500 o 600 medici in tutta la regione. In Lombardia sono appena 50. Perché c’è questa differenza?. Perché in Lombardia il medico del 118 arriva dal paziente con l’elicottero. Tutto il resto delle prestazioni è svolto da ambulanze con infermiere a bordo; solo quando quest’ultimo ritiene indispensabile la presenza di un medico si utilizza l’elicottero che preleva il medico, unico esperto che può essere utile in casi davvero importanti”.

In pratica un sistema completamente diverso dal nostro. Una questione di differente organizzazione del lavoro. Poi sul problema della carenza dei medici esplode “I medici di base ormai non sono più medici ma solo timbratori. Conosco medici di base che non hanno mai visto in faccia loro paziente. La ricetta viene spesso firmata dalla segretaria. La carenza dei medici va vista anche sotto questa luce”.

Quindi secondo Lopez, una parte dei medici sarebbe poco utilizzata, e risolvere il problema potrebbe servire per liberare risorse per gli ospedali.

“Oggi il medico di base è inutile, non svolge più la funzione per la quale la sua figura è stata istituita. Il medico di base quando ti serve non lo trovi. Normalmente non risponde mai al telefono ma se risponde dice al paziente che è impegnato. Sappiamo di studi medici aperti solo per due ore al giorno. Le visite a domicilio non le fanno quasi mai, ma se li chiami ti diranno che stanno facendo una visita a domicilio.

Questo che significa? Che il paziente si rivolge al pronto soccorso e ai medici del 118 per una sciocchezza che potrebbe essere risolta dal medico di base. Nel punto di primo intervento dove ho lavorato spesso venivano pazienti per un’influenza o per dolori addominali. E’ logico che poi i pronto soccorso del Miulli e del Di Venere si intasano e questo genera tensioni enormi perché il medico non riesce più a smaltire quelle lunghe file”.

Un concetto che sta molto a cuore a Lopez tanto che rincara la dose: “Ormai il medico di base non visita più nessuno e allora il paziente chiama il 118. Accade che l’ambulanza sia così occupata per sciocchezze che magari un paziente in vera emergenza è costretto ad attendere. Siamo all’assurdo. So che adesso il sindacato dei medici di base si rivolterà contro di me, ma la verità è che i medici di famiglia lavorano poco e male. Questo svilisce anche la loro di professione, ne fa degli impiegati”.

La sua conclusione è amara

“A ciò si aggiunge che gli ospedali stanno chiudendo tutti. Se devi essere ricoverato è notorio che devi prima passare da uno specialista che lavora in quel reparto, altrimenti per tè non c’è posto”.

Insomma una verità scomoda per qualcuno, ma tanto spietatamente reale.

Il dott. Lopez descrive una consuetudine sotto gli occhi di tutti ma che, almeno in Puglia, nessuno è intenzionato a risolvere visto l’interesse della lobby medica di mantenere tra la popolazione lo spauracchio della “carenza” di medici.

Un allarmismo che non ha motivo di esistere…basterebbe riorganizzare il sistema sanitario regionale come descrive il dott. Lopez, puntando su altre figure professionali come l’infermiere di famiglia, gli ambulatori della cronicità gestiti da infermieri, l’infermiere Care manager, attivazione degli ambulatori infermieristici all’interno dei distretti socio sanitari.

 

Redazione NurseTimes

 

Fonte: Gazzetta di Bari

 

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